18 novembre 2013

la grande fuga e quelli che pensano agli stracci

La fine analisi politica delle elezioni tra gli iscritti al PD, e non solo, dovrebbe contenere un dato essenziale, e magari fermarsi anche lì senza andare oltre, ché mi pare ci siano troppi stracci pronti ad essere lanciati a disposizione di molti.
Il dato essenziale è raffrontare il 2009, quando votarono per il segretario 460mila iscritti, con il 2013, quando a presentarsi nei circoli sono stati 260mila. Oltre il 40% in meno. Non credo di esagerare nel pensare che la quasi totalità si siano persi negli ultimi 10 mesi.
Oppure notare la similitudine con l'odierno scrutinio delle regionali lucane: nel 2010 l'affluenza fu del 62,8%, ieri e oggi è stata del 47,6% (e a febbraio alle politiche fu del 69,5%).
All'università avevo un amico romano. Descriveva queste situazioni, questi tracolli, questi deserti, in modo semplice e diretto: è una Cambboggia.
Oggi c'è chi, invece di pensare alla Cambogia che sta avvenendo nella partecipazione alla politica, pensa di cogliere occasioni per togliersi sassolini più o meno grandi dalle scarpe augurando perdite di lavoro, il tutto in nome di che, di una visione dimostratasi oggi maggioranza relativa?
Pensare di allontanare qualcuno perché non più maggioranza darà quella soddisfazione che sì, riempie di gioia immediata, ma al tempo stesso acceca la visione di un futuro: ci sarà sempre meno gente intorno.

07 novembre 2013

la Venezia che ho trovato

Dopo ben una settimana dal mio viaggetto a Venezia, arrivo a parlare dell'esperienza.
Prima cosa la mostra su Leonardo, inserita in alcune sale appositamente allestite ma comunque contigue alle restanti della Galleria dell'Accademia.
L'idea che mi ero fatto, cioè che fosse utile se non addirittura necessario prenotare l'orario di visita, si è rivelata del tutto infondata. L'orario scelto, subito dopo l'ora di pranzo, mi avrà anche fatto compiere la visita al Museo in un momento quasi morto ma all'uscita, verso le ore 16, non c'era quasi fila alla cassa per entrare.
Presentata, e a ragione, come la mostra che può essere visitata solo una volta in una generazione, ecco che forse quei disegni, in un allestimento museale organizzato dall'incompetente sottoscritto, sarebbe stati valorizzati a dismisura rispetto alla pochezza che quelle salette riuscivano a dare.
Già l'indicazione fuorviante all'inizio del percorso della Galleria sarebbe bastata a sollevare alquante perplessità. Per la Galleria di qua, per la mostra sui disegni di Leonardo di là. Solo che là ha significato arrivare nella terza saletta della mostra leonardesca per poi passare alla seconda e infine alla prima. Insomma, mi son visto i disegni compiendo il percorso al contrario.
Al primo passaggio poi ho letteralmente mancato, forse ci saranno state delle persone davanti - non so bene, l'Uomo Vitruviano. Dopo aver capito che quella era l'ultima saletta, anzi la prima (leggi sopra), son tornato indietro. Or bene mancava, proprio dove c'erano le opere più importanti, il riferimento numerico per l'audioguida. Ci sono arrivato lo stesso al numero, in fin dei conti se avevo fatto prima l'83 e poi l'82, incrociando le dita ho tentato l'81 ed è uscito sulla ruota di Venezia.
Per farla breve: i disegni hanno meritato a pieno la giornata, l'organizzazione dovrebbe rifondarsi ripartendo dalla scuola: a, b, c, 1, 2, 3.

Venezia l'ho ritrovata bella come speravo. Un po' di foto sono pubblicate qui. Molta gente, nonostante questo sia periodo di bassa stagione (o forse iniziava solo questa settimana per via del ponte del 1 novembre), ma non una massa informe che riempie qualsiasi anfratto.
E poi ad un tratto due sorprese. La bella è stata la vista di uno struggente tramonto in laguna, la brutta il trovare il Canal Grande quasi al buio guardandolo dal ponte degli Scalzi. In un attimo mi son ricordato di quando a 10 anni arrivai per la prima volta in laguna, e soprattutto di quella corsa in vaporetto da piazzale Roma fino a S. Zaccaria. Luci dai palazzi bellissimi, barche, motoscafi, gondole, un turbinio infinito. Stavolta niente di tutto questo: dai palazzi pochissime luci, in acqua poco movimento. Erano le ore 18, entrambe le volte. È stato un po' come seppellire una parte del proprio vissuto.
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