26 luglio 2012

autodiagnosi per un ginocchio sbarazzino

Dopo ben 6 giorni continui di scricchiolii, di pulsazioni, di liquidi in libera circolazione interna, di dolorini sulla parte e anche lì vicino, più giù, più su, di lato, da stasera il ginocchio tace. Dopo giorni di movimenti inconsulti per fare le scale nelle più disparate movenze da tetrapode ubriaco, stasera no, sono andato su e giù per gli scalini senza tanti problemi.
In questi giorni mi sono diagnosticato un po' di cose: rottura traumatica del menisco mediale, MA no mica mi si è gonfiato, mica mi è impedito il movimento per cui lesioni degenerative del menisco mediale, MA forse no, perché altrimenti non sarebbe passato il tutto, quindi infiammazione di tendini o di membrane, o altrimenti artriti o robe simili.
Scopertomi definitivamente ansioso, paranoico e pure ipocondriaco, sono, prima di svolazzare come una farfallina ballando sulle punte e piroettando in tutti i versi, alla ricerca di uno specialista. Più per rassicurazioni che altro. Accetterò tutti i consigli, MA l'ortopedico dovrà essere carino.

25 luglio 2012

a Livorno siamo ospitali con (guasi) tutti

Le voci del giorno riportano che quel posto, sito a circa 20 km a nord di Livorno, verrà inglobato nella nostra provincia. Tanti dubbi e perplessità sulla proposta governativa, poche invece le certezze.
Una di queste è la notoria ospitalità livornese. Essendo noi un guazzabuglio di genti di ogni risma e provenienza, l'apporto pisano farà avere alla nostra città quella giusta dose di nobiltà che mancava.
Visto da qui mi sento di scrivere che, finendo davvero le cose per come sono annunciate in questo momento, alla fine vedrete che tutto si sistemerà.
Più o meno.
Dopo le barricate in Borgo Stretto a forza di gao gao, le manifestazioni degli antagonisti a Shangai a forza di boia dè, le tensioni agli uffici della motorizzazione alla consegna delle targhe automobilistiche con la sigla LI ai pisani, le proteste del comitato 21-dicembre-2012-fuori-i-pisani-da-Livorno, quelle del comitato concorrente 21-12-2012-oh-maya-vedete-di-levarvi-da-treppassi, dopo qualche settimana passata così, senza neanche più potersi prendere quelle 6 ore di pausa per andare al mare, vedrete che poi tutto tornerà nella norma.
La situazione sarà più incandescente solo in un posto: proprio alla Provincia di Livorno. Le incomprensioni tra colleghi genereranno dapprima un sottobosco di piccole ripicche che, nonostante disposizioni, raccomandazioni e quant'altro, degenereranno in breve in vere battaglie campali.
Come l'impiegato livornese, nel cercare un contatto di (sigh) umanità col pisano che gli avranno affibbiato nel suo ufficio, potrà sopportare le risposte insulse all'invito "ovvia, ci si va a prende' un 5 e 5, ti va?" "...??? 10?" oppure "...???? ah, io lo so cos'è, è la cecìna, vero?"
Così più che a bastonate non potrà finire.
Il motto di tutti questi episodi sarà un evergreen:
sei un pisano
tifoso contadino
è triste il tuo destino
al mare vieni ad affogà
sei un pisano
e per colpa di gerbi
hai perso tutti i derby
e non lo puoi sopportà.
A chi di loro verranno crisi di nervi per le reiterate prese di mira dei colleghi autoctoni sarà rincarata la dose con qualche storciodi'ollo (it. storcio di collo) dato bene.
Stay tune.

16 luglio 2012

gli sponsor del silenzio olimpico

Questo tweet del nazionale di nuoto Gianluca Maglia mi ha ricordato una notizia di qualche settimana fa che avevo sepolto nella memoria. Con oggi infatti comincia il silenzio olimpico. In pratica i partecipanti alle olimpiadi, non ho capito se è una cosa imposta a tutti o è un'invenzione italiana, non potranno utilizzare i social network per tutta la durata delle olimpiadi anzi, mi correggo, visto che la cosa parte oggi già da dieci giorni prima.
A mio modo di vedere una nuova forma di censura. Sembra infatti che la cosa venga fatta per impedire di favorire il mondo delle scommesse o per evitare violazioni sui diritti d'immagine.
Sulla prima scusa, dato che un atleta di cosa vogliamo che twitti durante i suoi allenamenti se non del suo stato di forma, mi viene da pensare che chi può trarre i maggiori vantaggi su una mancanza di notizie dell'ultimo secondo sullo stato di forma di un atleta sia proprio il mondo delle scommesse.
Sulla seconda, come ogni volta che pubblichiamo qualcosa su internet, il problema è falso visto che non può ricadere se non su chi pubblica materiale riservato. A meno di non evitare a priori la pubblicazione di foto che possono dare fastidio agli sponsor. Che non hanno diritto a entrare sui campi di gara, ma che le olimpiadi sanno bene come influenzarle.
Secondo questi tweet della giornalista di skysport Lia Capizzi, queste regole sono state imposte dal Coni agli atleti, mentre a loro giornalisti direttamente dal Cio.
È prevista pure una multa da 10.000 € per chi viola con un tweet il divieto. Immagino che potrebbero essere destinati ai fondi per gli impianti sportivi, intendo quelli che non hanno goduto degli appalti da grandi opere come per i mondiali di nuoto a Roma.
Dunque veniamo a loro, gli sponsor dell'iniziativa.
Da parte italiana il principale è Intesa San Paolo. Quello tecnico è l'Emporio Armani. Quelli ufficiali Kinder, Fiat, True Italian. Partner ufficiali Procter & Gamble, Samsung, Edison. L'official carrier è Alitalia. I media partner sono La Gazzetta dello Sport e Radio Italia. Partner istituzionale il Ministero delle Politiche Agricole.
Lo so, per alcuni anch'io mi son chiesto: ecchec'incastra?!
Da parte Cio i partners olimpici sono Coca Cola, Acer, Atos, Dow, General Electric, McDonalds, Omega, Panasonic, Procter & Gamble, Samsung, Visa. E altri, ma di minore importanza.
Nel mio piccolo mondo c'è poco di loro e cercherò di diminuirlo ancor più. Solo tanti, ma proprio tanti piccoli mondi potranno fare qualcosa. Per ora dico solo che il mio euro non lo avranno. Spero che la somma totale aumenti.

15 luglio 2012

se l'aceto non è balsamico

L'aceto balsamico di Modena a marchio Fiorfiore Coop per me, che non sono mica un esperto, non è balsamico. È un ottimo aceto, per carità, decisamente migliore di molti altri ma non ho capito perché lo vendano col marchio Igp e soprattutto col nome balsamico.
Dice l'etichetta che è pure invecchiato ma non si sa da quanto tempo. Forse è questo, abituato ad aceti balsamici invecchiati anni e anni, non so distinguere un aceto balsamico(?) giovane da un aceto qualsiasi.
La prova definitiva l'ho avuta oggi a pranzo. La mia domenicale bistecca all'aceto balsamico sapeva di un buon gusto agro e nulla più.
Peccato. Lo avevo comprato convinto di aver fatto una buona scelta. Almeno la bottiglietta è carina, la conserverò per l'olio buono.

13 luglio 2012

il mantra delle fonti (ma è pur sempre pisano)

Avevo già scritto un post molto critico su Enrico Letta, ma poi prima di pubblicarlo mi è venuto in mente di cercare un po' di conferme alle fonti che avevo letto su twitter e su facebook. Sì, la frase sui voti meglio che vadano al Pdl che a Grillo l'ha detta, certo che letta nel suo contesto, cioè l'intera intervista, è depotenziata rispetto alle letture date in giro online.
Bisogna ripetersi tutte le volte il mantra: le fonti, andiamo alle fonti prima di aprire bocca.
Comunque questo, a 46 anni, non è capace di ironia e ciò la dice lunga su dove io lo possa collocare.

es. di capacità ironiche (tweet del 17 giugno 2012).

la ricerca del percorso sicuro

Contrariamente alle mie sane abitudini sono andato a fare la spesa all'ipercoop. Dopo un po' che vagavo tra centinaia di scaffali e miriadi di clienti mi è suonata in testa una vocina, perché non iniziare a ripetere mentalmente il giro che ogni sabato faccio alla mia cooppina a La Rosa? che poi tanto ina non è, quando venne costruita a fine anni '70 era il più grande supermercato che c'era in Italia da Livorno verso sud, ma questo è un altro discorso.
Nel tentativo di fare una spesa quasi adeguata ho pensato quindi di far finta di essere nel mio piccolo ma soprattutto conosciuto mondo. Ora, il problema di per sé è semplice, solo che trovare all'iper una distribuzione dei prodotti che in qualche maniera assomigli a quella della cooppina è da folli. Già con la prima cosa, entrando a La Rosa prendo il pane mentre all'iper si trova esattamente nel punto più lontano all'entrata, ho capito che no, il metodo di sopravvivenza mentale stava fallendo miseramente; ma poi è l'offerta in sé a spiazzarmi: avere una scelta per ciascun prodotto è una cosa, avere davanti agli occhi un esercito di 30 oli tutti differenti tra loro, tutti da controllare è un martirio. E poi nel bordello decido male e mi faccio prendere dalla smania di scappare. Ancora adesso son qui che mi chiedo cosa non ho comprato dei miei consueti acquisti settimanali.
L'unico punto di interesse è stata la novità di trovarmi tutte, e se dico tutte vuol dire tutte, le birre trappiste. Le sette fantastiche abbazie trappiste lì davanti a me coi loro prodotti più commerciali, cioè tutte le birre che producono per l'esterno delle loro mura. Ecco, ho rinunciato a prenderle tutte anche perché non disponevo del mio direttore di banca per l'accensione dell'apposito mutuo, certo che la sorpresa di trovarle è stata più che gradita.
Arrivato a casa, la contentezza di essere tornato in un ambiente a me favorevole mi ha trasformato, lo scrivo perché cose come questa succedono una volta ogni morte di papa, oh scusa ratzi non volevo, in un esperto pellettiere. La nuova cintura acquistata da poco, rivelatasi troppo lunga per il mio vitino da vespa, ehm, è stata presa, sfibbiata e accorciata per renderla della misura giusta. A volte mi sorprendo così, mi ritrovo a fare cose mai affrontate in vita mia e mi vengono una bellezza. Son soddisfazioni.

08 luglio 2012

la poco irrestistibile ascesa al consumismo moderno

Sono andato per la prima volta in vita mia all'Ikea, rigorosamente accompagnato da fedeli badanti che hanno cercato di rincuorarmi durante le mie irrisolvibili perplessità (ah, ma se prendo questa poltrona col suo cuscino il prezzo è minore della somma dei due articoli, con un altro cuscino il prezzo è la somma dei due? perché?). Telegraficamente:
1. la combinazione caldo fiorentino + aria condizionata svedese è stata devastante; mi sono consolato a non essere stato l'unico col mal di testa per quasi tutto il tempo; velo pietoso sui dolori reumatici alla schiena;
2. le polpette svedesi sono state bocciate senza appello, soprattutto dallo stomaco; la marmellatina ai mirtilli aveva un suo perché, la salsa all'arrosto non sapeva neanche lei cosa ci stesse a fare; la tortina al cioccolato, offerta del giorno, che ben mi son guardato dal prendere ma che comunque ho assaggiato conteneva un surrogato, ho detto tutto; alla fine del pranzo la trita e ritrita frase è uscita anche dalla mia bocca "ma un bel piatto di pasta al pomodoro no, eh?";
3. la concentrazione di bei ragazzi e begli uomini è stata da gaypride; yeeaah, evviva l'ikeeaah;
4. i primi acquisti all'Ikea della mente malata qui scrivente: plastis (per produrre il ghiaccio a forma di delfino, che farà tanto contenti i nipoti), bräda (il cuscino, non il piano rigido), benno (da anni sapevo di avere l'angolino giusto in salotto per questo porta dvd; la meraviglia dei badanti di cui sopra che, dopo il montaggio, hanno constatato l'esistenza di muri non dritti né in verticale né in orizzontale in casa mia, eh sì che ci saranno venuti centinaia di volte), poäng con annesso poggiapiedi (finalmente anch'io posso poängare).
Un post di cui si sentiva il bisogno.

05 luglio 2012

vado a mangiare le polpette

Sabato andrò, rigorosamente accompagnato da amici insegnanti di sostegno per le povere menti malate come la mia, per la prima volta in vita mia all'Ikea a Sesto Fiorentino.
Addirittura ci pranzeremo pure. Ovvio che sia appena stato a visitare il sito, o meglio la pagina dell'Ikea Food.
Che difficile decisione dovrò prendere: salmone o polpette?
Ricordo ancora quando lavoravo presso il precedente datore di lavoro che con un mia collega, nel consolarci che anche se le cose in ufficio andavano male avremmo trovato posto all'Ikea, ci eravamo già assegnati i compiti, lei a preparare le polpette, io sarei stato il perfetto addetto al salmone.
La poang è diventata overrated o la sua versione economica palesa un understatement fastidioso?
Certo che dove la piazzo in casa mia, dovrei buttare qualcosa, mah vedrò. Ora sfoglio il catalogo. Se me ne vengo con le candeline che qualcuno mi sopprima.
Yeeaah, vado all'Ikeeaah.