29 agosto 2010

tariffe

A ben vedere si tratta solo di una lieve evoluzione di un servizio, non di certo di una rivoluzionaria novità.
La fornitura delle cosiddette amazzoni a Gheddafi, che ci sta onorando di una visita proprio in questi giorni, altro non è che l'estensione ad ospiti stranieri di servizi già offerti a personaggi italiani. Le agenzie che stanno provvedendo alla fornitura sono insomma già state selezionate e provate sul campo. Il colonnello quindi non dovrebbe ricevere sgradite sorprese.
L'unico dubbio che mi sorge è a quanto staranno oggi le tariffe di queste ragazze, molte mandate dalle rispettive mammà a fare carriera. Spero siano rimaste agli stessi livelli, seggi parlamentari e ministeri inclusi, e che non siano aumentate, soprattutto ora in tempi di crisi. Sembrerebbe stonato, moralmente stonato.

22 agosto 2010

e da domani

E così domani c'è il rientro al lavoro. È da ieri sera che alterno attimi di lucidità a deliri più o meno consapevoli, sbraitando ad alta voce per le piccole e grandi cose rimaste irrisolte in ufficio.
Va da sé che l'essere impegnato è una cosa che mi è sempre piaciuta, e non sopporto lunghi periodi senza fare niente. Vivo quindi il mio solito, enorme, spirito di contraddizione.
Stavolta però pare sia più grande del solito il fastidio del rientro, da certe dinamiche so che devo allontanarmi e la sola idea di ritrovarle lì, come se non fosse passato neanche un giorno, causa impeti di rabbia.
Curioso che questo mi succeda nel luogo di lavoro che più di tutti mi ha dato la maggior tranquillità possibile. C'entra il fatto che non è che le mansioni che svolgo mi piacciano così tanto. Ma tant'è, per lamentarmi sono sempre pronto.
E poi è tornato il caldo. E pure le zanzare.

20 agosto 2010

succhiotti da spirotrombe

Non so se sia una cosa comune anche ad altri o comunque se sia naturale o, invece, se sia cosa riservata a me in via esclusiva.
Noto come la forma dei pinzi, dei bubboni dei pinzi, di zanzara non abbia più quella classica rotondità, al massimo con una debole eccentricità che dia una forma ellittica. Quei bei pinzi di una volta, per intenderci.
Sembra che il liquido si insinui sotto la cute e diparta dalla zona centrale del bubbone con almeno una evidente coda, se non addirittura più terminazioni definibili, come dire, tentacolari. Insomma la cosa ha dell'inquietante se mi guardo le braccia o le gambe poco dopo essere pinzato. Il tempo di permanenza dei segni da succhiotti da spirotrombe è quello classico, presumo quindi si tratti per davvero di comuni zanzare, ma non è che nel frattempo hanno modificato alcuni geni e invece di iniettare liquido mi inoculano larve che mi usano come incubatrice andandosene a zonzo sotto la mia cute fino a quando, fra due - sette - venti anni, non servirò più loro e mi consumeranno dall'interno?
Un post che ha la scusante dell'agosto in corso.

17 agosto 2010

omissis

Direi che il miglior sunto possibile per la notizia di oggi sia questo.
Ché io una capacità di sintesi e al contempo di ironia del genere la invidio, ma proprio tanto.

12 agosto 2010

sedici anni

“sedici anni dopo è naturale chiedersi “dove abbiamo sbagliato?”, “come è stato possibile non capire che questo avrebbe fatto tutto questo casino?”. sono passati sedici anni, adesso lui traballa per l’ennesima volta, e noi ci ritroviamo in un paese bloccato, in crisi industriale, economica e sociale, e ci accorgiamo improvvisamente che in questi sedici interminabili anni lui non ha combinato sostanzialmente niente. ha parlato, parlato, parlato e straparlato. ci ha storditi di chiacchiere. non ha trasformato questo paese in un paese conservatore, lo ha solo rovinato come si potrebbe rovinare qualcosa usandola male, e non trasformandola in qualcosa che non ci piace. non siamo diventati gli usa dopo reagan, la gran bretagna dopo la thatcher, la romania dopo ceausescu. siamo la stessa italia di prima, più cattiva e molto più stupida e più povera. sono passati sedici anni e sono stati il nostro vietnam, il paese è stato trasformato in una palude inestricabile in cui l’unica opzione possibile era quella di mantenere le posizioni, e l’unica sua posizione è stata salvare il proprio culo. sono sedici anni che questo sta rinchiuso in una casamatta di avvocati, manco fosse kurz, e finge di governare. sedici anni in cui si sarebbe potuto cambiare il volto al paese, se veramente fosse stato governato da una coalizione liberale. invece sono rimasti a grattare le pulci al premier, nonostante maggioranze bulgare. sedici anni di questioni televisive, giudiziarie, e di ordine pubblico. adesso siamo a un nuovo capolinea, siamo a una cosa da rosso o nero alla roulette: se perde ce lo siamo verosimilmente levato dalle balle, se vince, torna e rade al suolo tutto quello che è rimasto da radere. capire come sia stato possibile non accorgersi subito dei problemi che ci avrebbe creato sarebbe interessante, e sarebbe utile capirlo in fretta. perché, così come gli scimpanzé imparano dalle madri a pescare le termiti sottoterra, sarebbe il caso che anche noi, razza evoluta, fossimo in grado di capire in tempo chi o cosa sarà il nostro prossimo, enorme problema. e magari smettere di coltivarlo.”

Via BeautifulTumblr.

11 agosto 2010

Until vale l'ammortamento di The Claw

Programmare l'arrivo allo stadio a più di due ore dall'apertura dei cancelli per non trovare nessuna ressa, e pazienza se toccheranno i posti in fondo al prato, e vedere invece una fila chilometrica, aperta in più punti agli inserimenti dei furbetti della situazione, è stato quasi uno shock. Quando il disastroso servizio di sicurezza ha deciso di limitare l'attraversamento della fila (sì, la fila di fatto bloccava alcuni attraversamenti della piazza d'Armi) da parte di gente che doveva andare dall'altra parte dello stadio, ecco che nel giro di mezz'ora sono riusciti a smaltire qualche migliaio di persone.
Gli spettatori del prato erano in buona parte concentrati ancora lì fuori, perché una volta dentro pensavo di dover restare più indietro.
Non c'era la ressa, se non sotto il palco, e la temperatura mite ha certamente agevolato l'attesa. E l'età media degli U2ers, come nota anche chi viene per la prima volta, è alta. Un'impressione su tutte: era da Torino 2001 che non vedevo una Sunday Bloody Sunday così partecipata e sentita dal pubblico.
Come cinicamente dissi durante l'attesa sul prato, non hanno ancora terminato di ammortizzare The Claw. Quattro, cinque giorni per montare un mostro di palco, per due ore di spettacolo.
I cari cialtroni dublinesi erano discretamente in forma. E anche la scaletta, seppur non di certo quella definitiva, mi ha soddisfatto. La schiena di Bono credo abbia consigliato di farlo correre di meno, erano più statici sul palco e sulla passerella che non lo scorso anno. Ma alla fine, quando hanno suonato HMTMKMKM (bellina sì, ma fatta al posto dell'immensa Ultraviolet del 2009 mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca) ecco che Bono si sospendeva sul pubblico aggrappandosi al microfono. Oh imbecille che fai, che ti rompi!!
Hanno variato abbastanza la scenografia con le luci, migliorandola. Se poi si va a ben vedere non ci sono grandi cambiamenti nello spettacolo del 2009, magari non è un caso che il tour riporti ancora lo stesso nome. Però alla fine ne resto sempre incantato: fino a quando suoneranno Until in quel modo potranno riproporsi da qui fino alla fine del mondo.

08 agosto 2010

la beffa

sottotitolo: le disgrazie non vengono mai da sole.

Invece di essere al fresco dell'appennino emiliano son qui a casa. A partenza da Torino già avvenuta per raggiungere i miei amici sono stato avvertito di un loro serio contrattempo per cui è stato necessario tornarmene a casa. Trovata quasi all'istante la combinazione di treni giusti, con solo un'attesa di un'ora ad Alessandria, ho iniziato un viaggio verso Genova che doveva durare 1 ora e 13 minuti e che è invece durato 3 ore e 35 causa rottura della motrice poco dopo Arquata Scrivia, attesa di una seconda motrice (proveniente non da Genova ma bensì da Alessandria), portati indietro ad Arquata e fatti montare su un regionale; con l'unica cosa positiva che hanno autorizzato il successivo Intercity diretto verso casa a far viaggiare chi, come me, aveva la prenotazione di ben due Intercity precedenti.

Ma il tutto aveva già avuto delle avvisaglie ben più importanti.
Venerdì sera al concerto degli U2 presi il catorcio di macchina digitale, lo accesi e, mistero, il display appariva rosa chiaro. Pensando, o forse dovrei dire sperando disperatamente, che il problema fosse solo del display, ogni tanto ho comunque scattato foto.
La mattina dopo, nel riaccenderlo, non solo ho potuto verificare che della trentina di foto nulla era venuto (quella caricata qui sotto è la migliore) ma come se nulla fosse successo il catorcio aveva tranquillamente ripreso a funzionare. E questo, bisogna ammettere, per un U2er è una beffa.


(Con un certo sforzo si può notare il palco ripreso poco prima del concerto).

05 agosto 2010

SF on tour - Turin's Leg

Sarà una bella giornata.
Tanto che, salvo sorprese dell'ultimo secondo, inizieranno proprio con Beautiful Day (la canzone un po' così, che negli anni anche noi U2ers abbiamo dovuto riconoscerla come diventata oramai un classico).
Il treno è prenotato, quantomeno la freccia bianca.
L'albergo è prenotato, almeno da quello che mi dicono.
Si annuncia una giornata tiepida, tendente al fresco.
Il tram, con corsa limitata causa lavori, pare che faccia comunque il tratto che serve.
Il borsone è fatto. Una delle ultime cose ad entrarci, i biglietti: se non mi fossi girato verso il canterale in camera e non mi fosse venuto il dubbio che da lì dovevo prendere qualcosa (ma cosa?), rischiavo di fare un disastro.
Torno all'inizio della prossima settimana. Ché a una capatina per il nord Italia vuoi mica rinunciare? State bene, così farò io.

attento al favollo

Neanche fatto a tempo a porsi il problema che, più per disperazione che per intelligenza pratica, è stata trovata la soluzione.
Il cognato si è trovato a dover uccidere un favollo. Lì, con le sue belle chele aperte che pareva lo aspettasse, lui ma soprattutto le sue dita. Ha preso il retino e, favollo incluso, ha messo il tutto in congelatore.
Lo ha ritrovato poi bello stecchito.

02 agosto 2010

canzone del mese - luglio 2010

Dall'Opera Turandot di Giacomo Puccini, Maria Callas interpreta l'aria Signore ascolta Enjoy.
(che a me parlare così mi fa sbellicare dalle risate, eppure stavolta ci può stare).


01 agosto 2010

metti una sera da Puccini

Alla fine giunse pure per me la prima volta all'Opera. Turandot ha fatto da battesimo.
L'idea nacque mesi fa durante una conversazione con una brutta persona. O meglio all'epoca non lo era. Ma poi, memore di quanto accennato, a inizio giugno mi circuì facendomi acquistare i biglietti senza manco farmene accorgere.
L'ambiente è bello, sia il teatro che il lago. La fauna è la più variegata possibile: anatre, zanzare, persone decisamente eleganti, poveracci, torpedoni dei centri anziani, ma soprattutto tanta volgarità nell'agghindarsi da parte di tante, troppe persone.
Grazie alla Mita già sapevo della storia, non è restato che godermela. E devo dire che ne è valsa totalmente la pena.
Quello che ho capito: già consci del fatto che andare in piccionaia ci avrebbe sì fatto risparmiare ma poi ne sarebbe valsa la pena? abbiamo preso posti laterali ma vicini al palco, la visuale ne ha risentito un po'. Liù è stata interpretata benissimo. Calaf 'na ciofeca. Turandot non pervenuta. Direttore, un giapponese all'apparenza simpatico, bravo. Un maglioncino serve molto.
Quello che non ho capito: portare oggi un neonato all'Opera significa produrre domani o un melomane sfegatato o un serial killer. Sotto la pineta adibita a parcheggio è meglio restare solo per l'indispensabile, le zanzare nel ringraziarti esagerano sempre.
Un po' di foto le caricherò qui.