21 novembre 2009

non sono un figlio dei fiori

Stamani sono andato alla ricerca di un regalo da fare per il compleanno dell'amica C. Mi sono fiondato al reparto teatro de La Gaia Scienza dove, oramai da ben 10 anni da quando cioè la conosco, le compro qualcosa di azzeccato, a sentire lei. Ma stavolta un po' per via di un tizio che si è immobilizzato davanti allo scaffale per ore un po' perché più il tempo passa più la fortuna di trovare qualcosa che la interessi diventa sempre più flebile non sono riuscito a decidermi. Nel mentre osservavo i titoli del piccolo scaffale mi è caduto lo sguardo su una copertina arancione: Copenaghen.
Scoprire che si tratta di un testo teatrale e non di un libro erroneamente fuori dallo scaffale dei viaggi, e che parla dell'incontro misterioso avvenuto nel 1941 tra Heisenberg e Bohr, e deciderne immediatamente l'acquisto per la curiosità che si è scatenata dentro di me sul chissà cosa si saranno detti è stato un tutt'uno.
Io non ho mai compreso certe mie dinamiche decisionali.
Appena uscito dalla libreria un incontro. Un ragazzo che non vedevo da tempo. Non casuale il fatto che sia stato lui a salutarmi per primo, non so perché ma mi accorgo sempre più che non riconosco gli altri per la strada. Mi ha tartassato di domande su come sto, su come mi va. Non mi piace essere tartassato, anche perché considerando un obbligo morale dare una risposta a ciascuna domanda mi venga posta, mi ritrovo a parlare di continuo senza che ci sia un reale confronto. Ma in realtà la cosa che non mi è piaciuta è un'altra: ho scoperto il livello di tristezza al quale sono arrivato. In questo ragazzo, quando lo conobbi anni fa, vidi una certa propensione a non esprimere mai troppi entusiasmi. Mentre io lo incuriosivo, o così mi pareva di fare, in quanto quelle volte che ci fermavamo a parlare riuscivo a trovare il modo, col mio sciocco entusiasmo per le piccole cose, per dargli qualche scrollata. Me ne accorgevo più dai suoi sguardi improvvisamente più vivi che non dalle sue parole. Stavolta invece mi è sembrato di essere sul suo stesso piano. E di certo non è lui ad essere cambiato.
Poco fa alla coop un'altra piccolezza. Fino a fine mese ci sono, in sostituzione delle buste di plastica, le nuove borse coop in offerta. Ce ne sono di diversi tipi, ma da tante settimane la serie che preferisco, quella delle stagioni, non riesco mai a trovarla disponibile. Ormai prossimi alla scadenza delle offerte ho iniziato a prenderne comunque qualcuna. Oggi è stato il turno di quelle arancioni con le margheritone, che fanno tanto figli dei fiori.
Robe da far perdere l'entusiasmo.

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