16 settembre 2009

scrosci sui calzini bianchi

Stamani appena alzato ho capito che non sarebbe stato il caso di prendere la bici a causa della pioggia. Ho dunque preparato una busta con dentro le scarpe buone, un paio di calzini e pure un paio di pantaloni. Ho indossato invece quanto di più sgrauso avessi in casa, scarpe invernali da buttare e uno degli innumerevoli pai di calzini bianchi che ho.
Armato col mio sacco sulla spalla e preso l'ombrello ho affrontato, con lo sprezzo del pericolo che mi contraddistingue, marciapiedi pieni di buche e pozzanghere, strade come fiumi, grondaie rotte e grondanti.
Le acquate che prendo sono quasi sempre sulla strada per casa. In ufficio arrivo quasi sempre integro. E questo da tanti anni. Oggi invece ci sono arrivato bagnato fradicio. Diciamo che fino all'altezza delle mutande l'ombrello ha retto. Più giù no. Se ci fosse stato il vento forse avrei salvato il collo. A volte mi sento proprio fortunello.
Ho passato 10 minuti in bagno a cercare di ricompormi. I calzini bianchi che indossavo sono stati stinti dalle scarpe vecchie in un arcobaleno di colori che non avevo mai visto. Ho cercato pure di sciacquarli un po' ma i colori restavano. Li ho stesi in una saletta, insieme al resto, ma non c'è stato verso neanche di farli asciugare.
A volte mi torna alla mente un mio amico che mi brontolava perché portavo i calzini bianchi (corti, ovviamente), perché erano quelli che allontanavano tutti i possibili pretendenti (che comunque, da bravo astigmatico, io non mettevo mai a fuoco).
Oggi nella saletta non è entrato nessuno. Credo, senza ombra di dubbio, sia stato l'effetto calzino bianco. Si vede perdura pure col bagnato.

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