21 maggio 2009

i migliori saluti

Da un po' di tempo mi sto barcamenando tra due situazioni tra loro opposte.
Cioè mi barcameno tra persone che esprimono il sempre più sentito desiderio di trasferirsi all'estero e quelle che intendono trasferirsi in Toscana.
Tutto questo crea in me una sorta di schizofrenia in quanto nei rapporti diretti, telefonici, epistolari (ma si usano ancora?) mi imbatto da una parte in visioni della realtà pessimistiche al punto tale da farmi venire i brividi e dall'altra trovo una malcelata ingenuità riposta in luoghi archetipi di chissà quale migliore società, e di cui comunque non nego mi piaccia venirne a conoscenza.
La cosa che accomuna i miei interlocutori è la cattiva visione che hanno del luogo nel quale vivono e, soprattutto, il fatto che a questa non danno la benché minima speranza di miglioramento anzi, tutt'altro. Da qui ne seguono due soluzioni di cui una più radicale, un'altra meno: estero o Toscana.
La sorta di schizofrenia coinvolge anche la mia visione. Nella prima soluzione il massacro che viene fatto della situazione sociale italiana è tale che non posso che sentirmene investito. Anch'io alla fine, col semplice restare qui, mi ritrovo compreso nello schifo che mi viene descritto e questo mi dà un senso di inadeguatezza a interagire con queste persone perché mi risulta sempre più difficile tentare di mitigare certe letture della realtà che, per come vengono presentate, non hanno nessuna possibilità di recupero.
Se una persona decide di emigrare è chiaro che salvi poco o nulla e, di conseguenza, poco o nulla un altro possa dire. Ma quello che colpisce è la quasi insindacabile opinione sullo schifo generalizzato che, seppur indirettamente, coinvolge quelli che "restano".
Certe frasi, dette addirittura con veemenza per renderle forse più veritiere, oltre che colpirmi e farmi male mi fanno pensare a cosa queste persone porteranno fuori. E ho timore che per un bel po' porteranno con sé molto dell'astio che stanno ora esprimendo.
Ci sono differenti maniere di salutare con un ciao o con un addio i luoghi e le persone dei nostri primi decenni di vita. Ci sono maniere di farlo migliori di quelle che finora ho ascoltato.
Ecco, qui mi aggancio con chi invece sta scegliendo la seconda soluzione, la via toscana. Qui non troveranno nessun luogo ideale ma la decostruzione delle loro ingenue aspettative è anche giusto che venga fatta a ragion veduta e, se vorranno, insieme a noi. La speranza è che chi arriverà sia portatore anche dei migliori entusiasmi e che non sia unicamente ancorato alle proprie radici.

6 commenti:

gianni ha detto...

Caro Sacher,
lasciare Bovolone non significa che Bovolone sia un brutto posto, anzi. Bovolone è sempre il paese dove sono nato, Verona è sempre una splendida città e anche le persone che conosco sono belle persone. Insomma non ci sarebbe nessun motivo per cambiare, per andarsene. Bovolone non è un luogo senza speranza è che negli ultimi quasi dodici anni la mia vita è stata più "difficile" e quello che non ha più possibilità o ne ha meno rispetto ad una volta non è il luogo ma sono io. E'un ripetere sempre le stesse cose come se la vita fosse tutta lì, come se pretendere qualcosa di diverso fosse un desiderio pari al voler vincere al superenalotto. Il tuo lavoro, i tuoi amici, le tue abitudini, tutto qui?
So bene che andare in Toscana una volta ogni tanto e trovare tutti che ti accolgono col sorriso è bello, rinfrancante. Più difficile sarebbe rivedere le stesse persone arrabbiate, stanche e nervose alla fine di una pessima giornata. Non è che il mio lavoro fatto là sarebbe più bello ed entusiasmante. Sarebbe una vita diversa senza luoghi dove hai ricordi che ora sono "pesanti". E' il momento di chiudere con un passato "difficile", con certezze che si sono sgretolate è il momento di fare un passo avanti che probabilemnte potrei fare anche solo andando a dieci chilometri da dove vivo ora ma non è questo che voglio. Non voglio più uscire con i miei amici e pensare che le ragazze sedute con noi al tavolo resterannos empre e solo le ragazze con le quali si mangia la pizza il sabato o la Domenica, non voglio questo, forse tutto sarà uguale ma sento il bisogno di provare. E se riuscissi a farlo non verrei con la pretesa di cambiare chi già c'è ma solo per il piacere di stare con loro. L'importante è stare bene, volevo scrivere felice ma sarebbe una parola troppo grossa, stare diversamente ecco forse questa è la frase esatta. Stare diversamente. Usando la frase di una canzone partirei lasciando ogni cosa al suo posto. Non lo so se faccio bene o male. Non ci sono certezze, non sapevo che mamma si sarebbe malata così gravemente ma l'ho vissuta e passata. Ora voglio poter decidere io di me stesso, ora che non ci sono pareri di genitori, parenti e amici.
Sacher lo so che Pistoia non è il 25 Aprile ma cosa costa sperare? Pretendere per una volta di avere io il timone in mano, non c'è egoismo e voglia di cambiare il mondo forse c'è solo non avere gli appennini da fare per vedere gente a cui vuoi bene. Ecco voglio solo rendere normale quotidianità emozioni straordinarie e sono felice che in questo ci sia quello che hai scritto.
Un abbraccio
gianni

SacherFire ha detto...

Grazie Gianni per il lungo (record del blog, senza ombra di dubbio ;-D) e bel commento.

ALegalAlien ha detto...

tutti coloro che ho conosciuto che hanno lasciato il posto in cui sono andati all'estero in realtà non lo hanno fatto con astio e nemmeno descrivono uno schifo ciò che hanno lasciato. era solo una questione di prospettive, di futuro. mi sa che questo è vagamente più inquietante dell'astio. ciao!

SacherFire ha detto...

ALegalAlien: sì, inquieta anche me questa cosa. Io volevo sottolineare il fatto che per le questioni di prospettive, di futuro se ne viene coinvolti giocoforza perché spesso, non sempre, la lingua va a battere dove il dente duole: anch'io non sono contento di tante cose eppure a tali conclusioni non ci arrivo e, soprattutto, non voglio coinvolgere con le mie disamine, quando negative, nessuno contro la sua volontà. Vedono l'estero come una loro grande possibilità? Sono contento per loro, davvero. Ma allora perché quando finiscono di parlare ho la bocca amara? Mi parlano di futuro, che forse io idealizzo in un qualcosa di positivo, togliendo speranze.
O forse la mia è solo una grande invidia anche solo per saper progettare una mera aspettativa del genere.

Anonimo ha detto...

Lurido Culattone infame!

L'Ita(g)lia e' una merda!! Si e' ridotto a diventare un paesello di serie zeta governata da un pedofilo delinquente corrotto di merda ed una banda di nani, ministre-pompinare e ballerine. Scappa finche' sei ancora in tempo, oltre al fallimento etico e morale, lo stivale di merda si avvicina oramai pericolosamente al collasso economico e finanziario.

Luridi italioti immondi che votate per Merdusconi .. questa situazione di merda ve la siete voluta e ve la meritate TUTTA luridi bastardi rottinculo avete ridotto il paese ad una bruttura fallimentare, una latrina immonda a cielo aperto... VERGOGNATEVI FATE SCHIFO !!!!!!!!

E voi che non avete la forza, la capacita o il coraggio per lasciare lo stivale che affonda .. andatevene a fare in culo.. mi fate pena.. non siete nemmeno capaci piu' di ribellarvi CON SPRANGHE, MAZZE, SASSI QUALUNQUE COSA VI CAPITI A TIRO CONTRO QUESTI DELINQUENTI, come vi siete ridotti!

SacherFire ha detto...

Male, ci siamo ridotti male a quanto sembra. Ci sono luoghi invece dove le cose vanno meglio, a quanto mi pare di capire tra le righe.