08 dicembre 2008

slow book

Preso da una giusta dose di curiosità mista a dovere di testimonianza culturale (eh?!?!) stamattina sono andato in visita alla nuova stramega libreria aperta l'altro ieri qui a Livorno.
Il concetto di stramega in realtà è alquanto relativo: stramega lo è per Livorno, non di certo per altre città. Comunque sia, è più grande della mia Gaia Scienza e quindi la mia scala di giudizio ha dovuto allargare gli orizzonti.
Come già mi successe nella sede fiorentina della Edison anche qui ho avvertito un misto di confusione. Non tanto per la gente che c'era, ma proprio per non capire, se non dopo svariato tempo, come fossero disposti i libri. La suddivisione in sezioni e, al loro interno, la disposizione dei libri non è affatto immediata. E questa è una delle cose che più mi infastidiscono, perché non mi consentono di vagare con calma tra un libro e l'altro. Mi pongo nervosamente la domanda se lo scaffale che ho davanti possa contenere qualcosa di interessante ma non capendo neanche quali siano i confini della sezione che sto visitando che altra risposta posso darmi se non un triste no, passiamo ad altro?
Ma soprattutto una cosa mi disturba nell'intimo: la disposizione dei libri per ordine alfabetico della casa editrice e non degli autori. Io, che è già tanto possa ricordarmi l'autore del libro che sto cercando, devo pure ricordarmi la casa editrice? Preso dal nervosismo di prima non riesco nemmeno a concentrarmi sul pizzino che mi scrivo a casa. Alla fine rinuncio a tirarlo fuori dalla tasca per l'ennesima volta.
Nel marasma nevrotico causato dai loro layout ho però trovato, in una sottosezione della narrativa italiana, uno dei libri che erano nella mia lista dei desideri, e che rientravano nei must visto che conosco l'autrice, U2er come e più di me, quindi per definizione bella e brava persona. Forse ho trovato il suo perché in quella zona i libri erano in ordine alfabetico per autore.
Per riacquistare un po' di pace interiore avevo pensato di passare dalla Gaia Scienza, ma la busta con tanto di pubblicità che mi avevano dato alla cassa mi ha fatto desistere: altra cosa che mi disturba è quella di entrare in un negozio con una busta della concorrenza. Arrivato a casa ho guardato meglio: c'è scritto libreria Edison, Firenze!!
Mega inaugurazione con tanto di Nada quale guest star (!!! sì, Nada!), 2.000 metri quadri di esposizione (grande è grande, ma il risorante/bar ne porta via molta di quella superficie), 50.000 titoli in vendita (probabile solita boutade de Il Tirreno, lì sugli scaffali ce ne saranno stati un decimo e pure disposti in modo tale da colmare qualche vuoto) e non hai manco uno straccio di busta personalizzata?! Ma per favore!

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