31 ottobre 2007

il giusto paragone

Non perché vi autorizzi a farvi gli affari miei, ma giusto per informazione questo mese (solo questo, intendiamoci) tra ultima busta paga del vecchio lavoro e busta paga del nuovo lavoro ho guadagnato di più del nostro #6.
Al contrario suo però non invito le donzelle leggenti a farsi avanti ;-D.

ratzibed

Fine mese, tempi di... nuove frontiere dell'obiezione di coscienza. Un grazie a Non è niente.

30 ottobre 2007

boh e mah

Studiare certe materie, non metterle mai in pratica sul lavoro e poi dopo vent'anni doverle riprenderle in mano è peggio che non averle mai studiate e dover affrontare quei concetti per la prima volta. Questa è la massima odierna, è stata la massima di questi giorni appena passati, e sarà la massima dei prossimi giorni.
Fino a quando non riuscirò a fare il salto. Se in su o in giù però non lo so ancora.
Allo sconforto si aggiungono i ricordi che quelle cose di contabilità, ai tempi, le volavo - o quasi. E l'essere affranto nel vedere le colleghe che si prodigano per farmi esercitare e rispolverare un po' i concetti, come piace dire loro. Ma tolta la polvere non c'è proprio rimasto più niente.
Ma se quelle cose le avevo capite, prima o poi riuscirò a scalfire questo muro che mi sento in testa? Per ora c'è solo un grande boh che mi rimbomba nella testa. O è un mah?

29 ottobre 2007

la lietezza nel cuore

A volte i viaggi restano dentro, nel corpo; acquistano un valore grande forse anche perché inaspettati. In genere è difficile che si verifichi questo quando sai già che vivrai comunque una bella occasione di svago; però quando ci sono delle belle aspettative e ne resti lo stesso sorpreso vuol dire che quello che hai vissuto è valso ancor di più.
Il viaggio di cui parlo non è un viaggio in senso stretto. Firenze per me è sempre stata solo un'escursione in un quartiere distante. Il viaggio di cui parlo è invece un viaggio nella leggerezza e nella lenta scoperta di tante emozioni, svelate col canto.
Sono andato al Teatro della Pergola a Firenze. Nel Saloncino, alla faccia dell'ino - 400 posti!-, c'era il concerto de The Ring Around Quartet.
Un'acustica superiore, ché per accorgermene io è tutto dire, per uno spettacolo incantevole. Un gioco non solo di voci, ma pure di passi e movimenti lievi, e poi di luci e di applausi.
I fiorentini che avevo dietro, all'intervallo se ne sono usciti con tre "bravisssssimi" sussurrati in modo veramente.... fastidiosisssssimo. Non ho detto loro nulla sul fatto che storpiavano la lingua, ma poi ad essere pratici avevano ragione.
Nei bei concerti, quasi che fossero delle tele da tessere piano piano, gli artisti giungono ad un punto di svolta oltrepassato il quale anche uno spettatore sprovveduto si accorge di assistere ad un qualcosa di speciale. Sarà stato quell'unico riflettore che dava la giusta atmosfera, sarà stato l'essere tutti e quattro vicini a dare un'idea di unicum ma la versione di Mignonne, allons voir si la rose è stata da brividi. E, per chi segue il link e l'ascolterà non si faccia trarre in inganno: anche a me non ha detto molto ascoltando il cd; ma alla Pergola sono rimasto a bocca aperta. E' bello ogni tanto trovarsi commosso; è bello venir sorpresi quando meno te lo aspetti.
Nel ritorno a casa c'era la nebbia lungo la ferrovia. Frequentare certi posti te ne fa in genere scordare l'esistenza. Pedalando dalla stazione a casa poco fa c'era invece un cielo stellato, da incanto.

28 ottobre 2007

se 498 vi sembrano pochi

Oggi oltretevere hanno elevato al rango di beati ben 498 spagnoli, la maggior parte religiosi, morti nella guerra civile spagnola e nel breve periodo che la ha preceduta. Martiri del 20° secolo.
Non so se essere d'accordo con questa definizione. Mi sa che un buon numero di loro, la maggioranza forse, sono stati messi di mezzo dall'allora schierarsi della chiesa spagnola dalla parte del golpe del generale Franco prima e del suo regime poi. Giusto per ricordare la natura universale degli insegnamenti divulgati.
Cosa il regime franchista abbia fatto in termini di testimonianza cristiana mi sfugge. Magari uno avrebbe dovuto vivere in prima persona il franchismo per rispondere adeguatamente. Mi ritengo però fortunato a non averlo sperimentato e pazienza se le mie parole rimangono al livello di pure supposizioni.
Certo che oggi si beatificano tante persone morte ammazzate, quasi che fosse un dovere storico, oltre che religioso, rendere loro un riconoscimento.
Peccato che la storia, quella storia che va sotto il nome di guerra civile spagnola, il suo vincitore lo avesse proclamato già nel 1939. Con la chiesa al suo fianco. Decenni passati, coi vincitori a braccetto, e tutti questi morti fermi in un qualche faldone, pronti per essere messi di mezzo un'altra volta.
La storia la scrivono dapprima i vincitori. Dopo, pur con tempi molto lenti, può rendere giustizia ai vinti. Era la loro occasione, sarebbe stata la loro occasione. Ma si sa, chi pensa al bene universale in genere è accecato dall'impegno che mette in certe azioni per accorgersi del dolore che causa.

non riesco più a leggere

E' successo che, nell'anno in cui ho raggiunto le più alte vette nella lettura - non che la quantità sia foriera necessariamente di una bella notizia, ma per me sarà comunque da ricordare quest'anno per quanto ho letto - sono arrivato al punto che non riesco più a prendere in mano un libro. Mi sta succedendo da qualche settimana e non me ne capacito ancora quando ci penso.
Ho almeno quattro libri iniziati, tutti fermi alle prime pagine, e sono giorni che li guardo e dico: che volete, statevene lì.
Credo dipenda dal cambiamento lavorativo. Prima dai saluti che mi sono stati porti a settembre al vecchio ufficio, e dopo il non ancora trovato equilibrio nel nuovo ufficio. Lo so che i miei sono tempi in genere lenti per cui più di tanto non me ne dovrei crucciare.
E però, c'è un però. Noto solo dal fermo lettura che prosegue da molti, troppi giorni che quel cambiamento è un vero e proprio scombussolamento. Forse perché non è stato cercato e voluto ma solo subito. E' come se mi stessi accorgendo, ma dopo un tempo indefinito, che la musica che stavo ascoltando in realtà fosse finita. E questo produce solo un lieve ma persistente - e resistente - senso di smarrimento.

22 ottobre 2007

è nova!

L'espressione è nova, letteralmente è nuova, è usata per descrivere un evento che si ripete. Tale ripetizione ha un accento negativo - esso viene ben espresso dal tono perentorio col quale deve essere pronunciata l'espressione - in quanto il desiderio implicito sarebbe quello dell'unicità, passata, dell'evento. Un tono meno perentorio (ma non è questo il caso) permette invece di porre un accento ironico al tutto. Questioni gergali livornesi e in genere toscane.
Per farla breve, oggi appena tornato a casa ho acceso per la prima volta il riscaldamento. Dopo qualche avvio e qualche reset della caldaia, pareva alla fine essere andato tutto bene e invece mi sono ritrovato l'acqua dell'impianto di riscaldamento a soli 89°. Come ogni anno, all'accensione dopo mesi di inattività del riscaldamento, qui si rischia la fusione della caldaia e magari di tutto l'impianto. Per sicurezza stanotte dovrò dormire con un orecchio -meglio due- all'erta, e domani quando uscirò di casa mi sa che dovrò staccare tutto.
Nel caso, ci siamo voluti tanto bene.

21 ottobre 2007

one week of love

Alla fine è passata pure la prima settimana. Un po' sfasato, un po' rinfrancato, un po' perplesso; alternanze di umori diversi. Son tornato ai miei vecchi orari, e di questo ne avrei fatto volentieri a meno. Per dire, ormai mi ero abituato a iniziare alle 8,30; no qui alle 9, per forza.
Si iniziano a palesare le dinamiche d'ufficio, simpatie e antipatie reciproche, professionalità che trasuda da tutti i pori, e di contro discorsi e comportamenti a vanvera che poco hanno a che fare col lavoro; insomma, tutta quella serie di elementi che è più facile notare quando si è a digiuno.
Mi manca il vecchio ambiente soprattutto per il suo essere stato nel tempo sempre più friendly. Qui sono già stato fatto oggetto di un invito all'inaugurazione di un locale hard. A me, che se non mi porti a forza da qualche parte me ne starei tutti i giorni a poltrire in casa... ma via.
Vedremo. Da domani dovrei iniziare davvero ad affiancare la collega in amministrazione. Che mi è già stata presentata come una molto preparata ma anche molto rognosa. Quindi la mia prossima conquista.

18 ottobre 2007

mica ne avevo l'intenzione

Tramite Akille arrivo su Wittgenstein (che in genere non leggo) dove viene riportato un parere che chi fa concorsi lo fa per farsi linkare. Ma io quando ho indetto quei tristi concorsi da 'cogli l'attimo e vinci una sacher' mica pensavo ai link. Pensavo a quando la torta l'avrei fatta e offerta.
Io, per quei -credo- 5 concorsi, non solo non ottenni manco un link, ma addirittura nemmeno la torta ho mai prodotto per mancanza di palesamento del vincitore. Forse l'ultimo (ciao Pax, sì sto parlando anche di te, bene ovvio... ;-P) deciderà per il meglio, forse no.
Insomma, qui l'esperienza di blogging si è rapidamente immessa su binari paralleli all'esperienza di vita. Alienazione con un tocco di esaltata consapevolezza.
E col treno del mondo che va nel verso opposto.

nuovi lavori reprise

Viene chiesto, nei commenti al post precedente, che lavoro sono andato a fare. Mi domando che senso abbia questa domanda. Perché forse sapete dirmi che lavoro facevo finora? Facevo il rendicontatore. Ora che ve l'ho ricordato, sapete forse dirmi se vi basta? Vi garantisco che neanche all'ottava domanda riuscireste ad avere un quadro esaustivo su chi è e cosa fa un rendicontatore. Lo sono 10 anni, e sono stati 10 anni di spiegazioni vane. Alla fine erano diventate spiegazioni a me stesso, con l'unica differenza di una lieve sfumatura: sul perché lo facevo (mica l'ho mai capito).
Nel nuovo lavoro, vinto alla lotteria "sbattiamo fuori SF dal nostro organico per motivi di calo di attività, però ce lo prendete voi così noi poi continueremo ad usufruire delle sue competenze", sono nell'ufficio amministrazione e patrimonio. Cosa ho fatto in questi giorni lo ho scritto qui sotto. Che farò nei prossimi giorni me lo ha detto il direttore proprio stasera.
Dopo 20 minuti -davvero sono stati 20- era ancora lì che doveva completare l'elenco delle mansioni. Chiaramente ho capito ben poco, tranne che vuole vedere uno che abbia voglia di fare. Siccome col terzo pomeriggio consecutivo a ritmi blandi stavo rischiando il suicidio, ho concluso io l'incontro -durato ben 40 minuti- dicendo che da domani (giovedì) ero lì pronto per iniziare. Bene, fa lui, inizieremo il prima possibile, la prossima settimana. !!! ??? !!! Ah.
Ho come responsabile diretta un'accentratrice (lo ha detto lui) e con le buone io, con le cattive lui, dovremo toglierle alcune cose dalle mani. Ma che è, furti in ufficio?
Se qualcuno dell'ufficio tecnico mi chiederà qualcosa di mera segreteria devo rispondere "queste cazzate te le fai" (lo ha detto sempre lui). Mi ci vedete? Al limite me ne uscirò col classico e disastroso "abbi pazienza".
A quel punto ho accennato dei due incontri della prossima settimana fissati dal vecchio lavoro. Toh, son riuscito a commuoverlo; forse mi alleggerirà il compito. O meglio, non gliene frega affatto di cosa potrei fare per loro.
Insomma, nulla di nuovo sul fronte lavoro. In compenso per arrivare là ci impiego una decina di minuti, in bici of course.
Mi pare di aver detto tutto, no? Qual era la domanda? ah, che lavoro faccio? e che ne so.

16 ottobre 2007

nuovi lavori

Sicuramente è presto per dire qualcosa di serio. Ma non lo è per essere avventati, precipitosi, irruenti, e chi più ne ha più ne metta.
Il nuovo lavoro, in due giorni che sono lì, mi sta semplicemente stufando. Per una semplice ragione: i ritmi di lavoro sono la metà di quelli ai quali sono abituato. Questi due pomeriggi poi mi è sembrato di stare lì a non fare nulla. Domani pare che riparlerò col direttore - quello con poltrona in pelle umana. Prima aspetterò che mi dia delle mansioni poi, se del caso, gli chiederò di darmi da fare qualcosa. Solo mezzo secondo dopo aver parlato capirò che starsene zitto era (sottolineo l'era) una delle mie grandi virtù. Però in questi due pomeriggi mi è sembrato di star lì a rubare i soldi.
In compenso, dopo neanche un giorno e mezzo che non ci sono più, mi hanno chiamato dal vecchio ufficio per sanare alcune questioni. Addirittura mi hanno fissato due appuntamenti in giro per la città per la prossima settimana. Tocca adeguarsi, visto che questi sono stati gli accordi tra le due società: te mi prendi SF a condizione che... shhh... zitti, non ditemi niente, lo so da me che i cordoni ombelicali devono essere tagliati, ma qui non si è mai stati così tanto signori da sputare sopra un posto di lavoro.
Se domani mi verranno affidate, tra le altre, le sorti dell'umanità telegraferò qualcosa. Così potrete regolarvi e partire per Marte.

15 ottobre 2007

contributo al blog action day

Era stato fissato ad oggi il Blog Action Day, iniziativa indetta per far parlare quanti più blog possibile sul tema scelto quest'anno: l'ambiente. Avendovi aderito ecco il mio piccolo contributo. Anzi due.

Uno dei maggiori pericoli per l'ambiente nel mondo, la diga sul fiume Yang Tze in Cina. Progetto del più grande complesso idroelettrico mai costruito sulla terra che fornirà buona parte del fabbisogno energetico cinese. Il guadagno è in termini di emissioni di CO2 ma la contropartita da pagare è altissima, in termini di devastazione ambientale ma anche in termini di sacrifici delle comunità rurali della zona. Ormai siamo a oltre 5 milioni di persone che dovranno lasciare le loro case, o che comunque saranno interessate dai pericoli mal calcolati di frane e smottamenti che i bacini stanno già provocando. Per dire, manco la Banca Mondiale ha voluto finanziare l'opera, e sì che di finanziamenti a disastri loro se ne intendono. Un video (in inglese):



E il ben più abbordabile acquisto di auto a metano fatto recentemente dall'azienda ambientale di Livorno. Piccole cose certo, ma quando le vedo mi rallegro e penso pure di muovermi nel loro senso. Però c'è pure un'alternativa a questo, e cioè andarsene in bici. Ovvio che io lo faccia.

14 ottobre 2007

un bel ritorno

Stasera è ripreso Report. Con una fantastica puntata sui derivati, prodotti finanziari... ehm, scommesse finanziarie costruite così bene che chi stipula i contratti è del tutto convinto di non pagare costi. L'interessante sta nel fatto che molte amministrazioni pubbliche hanno firmato contratti di "finanziamento" di questo tipo. E molti, tanti, troppi assessori ai bilanci affermano che no, è tutto a costo zero. Ci vogliono elevate competenze per capirci qualcosa, e quando quel qualcosa salta fuori sono cifre di milioni e milioni di euro di costi impliciti.
Interessante anche il fatto che durante la pausa pubblicitaria delle 22,40 ci siano stati due spot di banche, uno della BNL ed uno della B. Popolare (non vorrete mica perdervi i mutui in offerta fino al 31 dicembre, vero?). Questo dà da pensare; o forse è solo indice della schizofrenia televisiva.
Insomma roba da far accaponare la pelle se non che, quando si tratta di soldi, chi amministra sia nel pubblico che nel privato, dovrebbe stare un po' più con le antenne dritte.
Sono contento pure di aver retto fino in fondo alla puntata; in genere per il mal di stomaco che mi fanno venire certe interviste non ce la faccio. Mi mancava Report, decisamente.

13 ottobre 2007

primarie e fiducia

Giorni fa espressi ai miei alcune perplessità sull'andare o no al voto. Tutte erano legate alla mancanza di sincero impegno dei candidati sui temi dei diritti alle persone omosessuali. Ieri l'altro mio padre ha dato per scontato che io comunque andassi a votare. In quell'istante ho visto per la prima volta una netta separazione tra noi per questioni politiche. E' ligio al senso di dovere che fin da ragazzo la parola partito ha in lui suscitato. O anche detta, se vogliamo un altro termine, fedeltà al partito. Io questa fedeltà l'ho conosciuta fin da bambino, ma sempre attraverso lui. Non mi sono mai impegnato direttamente in politica, ma ci sono cresciuto tra sezioni, seggi elettorali, scrutini e referendum. Tante volte sono stato contento di fare il mio dovere di cittadino e sentirmi rassicurato dalla fiducia che riponevo in chi votavo, qualche altra volta -molte meno per fortuna- ci sono andato con poche convinzioni, dando il voto a favore di qualcuno o di qualche idea ma anche contro qualcuno o qualche idea.
Ma stavolta no, non mi va. Eppure lo sento questo richiamo. E mi rendo conto che certi semi che ti vengono inculcati quando sei piccolo tornano sempre a germogliare, e quello della fedeltà al partito è uno dei più potenti. Vincere il richiamo e non recarmi al seggio delle primarie mi pare però naturale; e forse è per questo che stavolta mio padre andrà là come sempre, mentre io me ne starò a casa. Non posso scegliere tra quei cinque candidati che non hanno detto nulla, neanche dietro esplicito invito, a favore delle questioni dei diritti alle coppie di fatto comprese quelle omosessuali. E, badare bene, si sta comunque parlando di indirizzi che deve prendere un singolo partito, non un'intera coalizione di governo. Cioè, prima ancora del trovare un compromesso qui ci hanno, mi hanno, già cancellato. E poi mica solo i miei diritti sono calpestati; di ragioni ce ne sono molte altre. Però AmicaN ha scritto molto meglio di me questa parte.
Non so, alla fine quello che sento che manca è la fiducia. Non c'è né da una parte né da quell'altra, quella capacità di reciproco ascolto e anche di rispetto che sta alla base di un processo democratico. Io che guardo, come ben poche volte ho fatto, ai miei soli interessi, e loro che non ascoltano neppure. I problemi li affrontano solo se hanno già una risposta; nemmeno la risposta, una. Semplicemente basta quella.
Pure un euro devo dare loro?

12 ottobre 2007

11 ottobre 2007

Melancholic SacherTime

E così domani sarà l'ultimo giorno di lavoro, dopo quasi cinque anni che ero lì, precario certo ma con piena consapevolezza di cosa stavo facendo e, spesso, anche con la soddisfazione di chi sa di fare bene.
Porterò una sacher, e una rosa a ciascuna delle mie colleghe. Il colore lo ha deciso la fioraia: arancio con sfumature gialle. Domattina passo a prenderle prima di arrivare in ufficio. E poi vediamo chi si commuove di più. Magari la sacher mi verrà particolarmente buona e le lacrime saranno versate proprio per quello - vai a sapere le reali ragioni...
Magari domattina, via twitter, qualche aggiornamento tra una fetta e l'altra. Ché mica si vorrà che io domani lavori, vero? :-)

09 ottobre 2007

la stolen generation

Ho da poco terminato il libro La mia Australia, scritto da Sally Morgan. Narra della stolen generation, o forse dovremmo parlare delle stolen generations, cioè del sistematico annullamento d'identità culturale e personale perpetrato in Australia a partire dalla seconda metà del 1800 e durato per circa un secolo ad opera del governo australiano e delle chiese cristiane ai danni delle nazioni aborigene.
Stolen generation, cioè generazione rubata. A partire dal nome di ciascun bambino, al quale veniva tolto il nome aborigeno per sostituirlo con uno occidentale. Per passare dall'allontanamento forzato dei bambini dalle famiglie per essere "educati" presso istituti, con ben poche possibilità di poter rivedere i genitori -anche a seconda del colore più o meno scuro della pelle i bambini potevano o no mantenere saltuari rapporti con le famiglie d'origine, inutile dire dell'impossibilità per quelli neri-. Per arrivare fino alla quasi pianificata contaminazione delle popolazioni aborigene tramite una miriade di accoppiamenti con uomini europei i cui figli non venivano comunque riconosciuti.
Il tutto in un paese dove per decenni i nativi potevano, per la modica cifra di 5 scellini all'anno, passare di proprietà da un bianco all'altro.
Il pregio del romanzo è che Sally Morgan non ha fatto un resoconto storico del fenomeno ma bensì ha cercato tra molte difficoltà di ricostruire la storia della sua famiglia. Per buona metà del libro quasi si stenta a credere quanto letto sulla copertina, che quello sia un libro sulla stolen generation. E forse questo dà ancor di più valenza alla storia: generazioni talmente private di tutto, dai sentimenti all'identità personale e di nazione che anche all'interno delle stesse famiglie si sono creati dei muri difficili anche solo da scalfire.
Un difficile dialogo intergenerazionale per una delle più immani tragedie causate dalla civilizzazione occidentale.

06 ottobre 2007

maratonArte

Si sta svolgendo in queste ore la MaratonArte, una raccolta fondi destinata al restauro di sette siti archeologici, o comunque aventi una valenza storica e che danno uno spaccato della ricchezza del patrimonio immenso del nostro paese.
Curioso che tra i promotori dell'iniziativa ci sia anche il Ministero dei Beni Culturali e la Presidenza del Consiglio dei Ministri, cioè proprio le istituzioni che dovrebbero mettere a disposizione i fondi per i restauri.
Che in Italia, per quanti soldi possano essere messi a disposizione, non si arrivi a coprire il reale fabbisogno del restauro, della salvaguardia e della valorizzazione di tutto il patrimonio storico artistico è un dato di fatto. Ma personalmente avrei preferito che certe presenze fossero restate invece delle coerenti assenze.
L'iniziativa di per sé la trovo lodevole; anche per il fatto che nella sezione sondaggio (in basso a destra, sulla homepage) si possa indicare per la prossima edizione un altro sito per il quale raccogliere fondi per il restauro. Qualche buona idea?

03 ottobre 2007

che tiro che ha Copeland!

Un concerto dei Police vale. I soldi del biglietto, la fatica che si accumula in una trasferta non stop di 17 ore, il traffico all'una di notte, gli autogrill a 150 km da Torino pieni strapieni che non puoi prendere neanche un caffè alle 2 di notte, il mal di testa che è scoppiato, e la solita giornata da passare in stato di zombi. Vale tutto questo è anche di più.
Era un diversivo la definizione che ne ho dato al termine: sì, bellino. No, decisamente bellino, decisamente un bel concerto rock. Cavolo, che artisti che sono quei tre!
E su tutto e tutti Copeland. Che tiro che ha quando suona quella batteria. Io una cosa così non l'avevo mai vista.
Se tra 10 anni i simpatici 'mbriaconi irlandesi che tanto amo riuscissero a suonare così mi commuoverò. Ma so già che scrivo questo solo sulle ali dell'entusiasmo. I Police a 56 anni e passa suonano che è una meraviglia.
Vengo sms-ato quando siamo appena entrati in Piemonte che il solito highlander-de-noantri è lì in primissima fila ai cancelli. Dopo un'oretta altro sms, ché è lì a un metro dal palco. Eccheccavolo! Poi però, al nostro arrivo, che carino, è pure passato sotto il mio settore a salutarmi. Grazie.
Età media del pubblico intorno alla quarantina. E nei miei pressi devo dire che di rappresentanti discreti di questi 40enni ce ne erano in abbondanza. Toh, un altro motivo del perché un concerto dei Police vale.
Accidenti che tiro che ha Copeland.
Devo dire che la Notte della Taranta mi ha scassato e non poco, ma forse sono io che non capisco. Quegli altri (come caspita si chiamavano?) parevano i Police, quanto meno il cantante pareva fosse Sting 30 anni fa con una estensione minore dalla voce però; bravini. Ne sentiremo parlare? Boh, tanto non mi ricordo il nome.
Per qualche istante prima dell'inizio del concerto, passate da poco le 21,30, si è pensato che avessero litigato tra loro. Accidenti, è ottobre, è buio da 2 ore, cosa aspettano a salire sul palco? In assoluto è stato il concerto rock all'aperto iniziato più tardi al quale abbia assistito. Ma una cosa sono quelli tenuti a luglio, ma in ottobre, dai, movetevi...
Boia che tiro che ha Copeland quando suona.
Lo vòi 'r panino? e 'r toste? da bè? insomma, caa' vòi? 'na birrettina, cioccolata, biscotti? - no, io son più pe' i salatini (sì, però come te la sei svoltolata subito la cioccolata). Dè, più di mezza giornata col cognatino di Corea e il suo amico, non pensavi mica di non migliorare il livornese, dè boia. Ci si cheta solo quando suonano, giusto qualche interruzione per commentare Copeland (uno a caso).
Toh ma io quelli lì da basso li conosco. Oh oh! uh uh! Telefoniamo, vai che è meglio. Ci sbracciamo, non mi accorgo però che nell'impeto emotivo -e capirai...- dei saluti viene rovesciato un bicchierone di birra. Che peccato. Mi verrà riferito il tutto in seguito.
Madonna Copeland, che tiro che ha nel suonare la batteria.
Durante King of Pain c'è stato un attimo di tensione: o Sting ha saltato una strofa o Copeland si è scordato di scendere dalla pedana delle percussioni et similia e di tornare in tempo alla batteria, fatto sta che invece di scenderci si è letteralmente buttato ma ha comunque saltato un paio di battute. Va bè, se son vere le dicerie litigheranno poi, e non è che me ne freghi, qui sono stati bravissimi, anche nel frangente. E poi sono abituato a ben altro: non c'è una volta che Bono si ricordi tutto il testo della mia Bad.
Tra Can't stand losing you e So Lonely non so in quale delle due sono quasi impazzito di più dalla felicità. Poi hanno finito con Next to me. Accidenti che versione. Ah già, dimenticavo: a me -ai tempi- non piaceva Next to me. Mah.
Scesi dal 2° anello chiamo un po' di Rane e di torinesi, ma tutto tace sul fronte cellulare. Però di lì a pochi minuti si palesano che è una meraviglia guardarli.
Le autostrade in Italia, o almeno nelle tre regioni attraversate, sono un cantiere continuo. Allucinante. Bello il fatto che da Torino fino in Liguria tutti gli autogrill fossero presi d'assalto. Alla stazione di servizio Bormida poi c'era solo un addetto. Ha in pratica chiuso il bar e comunque non ce la faceva a fare gli scontrini per tutti. Alla fine il nostro stoico autista è riuscito a prendere il caffè tanto agognato fin da poco dopo la partenza quando eravamo vicini a La Spezia.
Ho fatto un po' di foto. Al solito c'era gente brava al concerto, anche fotografi non professionisti; quindi se volete vedere belle foto andate da loro. Altrimenti, che tanto lo sapete che mi fate piacere, ci sono queste (tornate, che stasera ne ho caricate poche).

01 ottobre 2007

SF on tour: the So Lonely leg

Martedì, dopo la chiusura dello sportello alle 12,30, il vostro SF se ne partirà alla volta di Torino per assistere al concerto dei Police. No dico, i Police!
Forse mi verrà da farne un resoconto, visto anche che il 2 di ottobre è il compleanno di Sting. Magari c'è una fetta di torta per tutti, vai a sapere (no, io non ci penso a fare la sacher per Sting: aveva a chiedermela -e a darmi un biglietto omaggio! ;-P).
Ritorno in nottata. Sarà una bella mazzata, e bella è la parola importante.