30 giugno 2007

canzone del mese - giugno 2007

Già da qualche giorno avevo scoperto l'aggiornamento del loro sito su myspace. E' stata una fatica non pubblicare subito questo post ma ogni tanto il mio lato tradizionalista sa farsi valere e allora tocca rispettare il fatto che la canzone del mese si dichiara all'ultimo giorno.
Prossimamente sarà pubblicato - in realtà lo era stato già nel 2003 e distribuito direttamente ai concerti - l'album contenente la colonna sonora di Hlemmur, un documentario che parla delle persone indigenti che gravitano intorno alla stazione degli autobus di Reykjavik.
Su myspace hanno inserito 11 (fate attenzione a far scorrere la barra sulla destra del player) su 19 motivi strumentali che compongono la colonna sonora.
Dalla Hlemmur's soundtrack, Hannes. Per un altro viaggio insieme ai Sigur Ros
nello sconfinato mondo dell'animo umano, per accorgersi anche solo per qualche istante di quelli che sono rimasti indietro.
Per vederli basta voltarsi, ma più degli occhi serve aprire il cuore.

28 giugno 2007

come vento di libeccio

Oggi il libeccio pare essersi calmato. Dopo ben tre giorni. Erano tanti di quegli anni che la classica libecciata non arrivava da queste parti. Perché sì, la libecciata deve durare tre giorni. Mentre per tanti anni durava lo spazio di 24 ore. Stavolta non ci sono state raffiche fortissime ma io son rimasto contento lo stesso.
Che i cambiamenti climatici in corso, cavolata di espressione dal significato inutile, abbiano apportato finalmente un ritorno alle origini labroniche?

25 giugno 2007

anniversario, dottò

Mi sono ricordato poco fa, complice forse lo struggimento da attesa, che oggi 25 giugno sono esattamente otto anni che mi sono laureato.
Sì, lo so da me. Mi sono laureato tardi. Una fatica a finire gli esami che alla fine, quando mi preparavo per la tesi, non me ne fregava più nulla. Nemmeno il giorno della tesi. Infatti, una delle rarissime eccezioni col qui presente SF che parla davanti ad un pubblico senza che ci fosse la benché minima emozione. L'essere lì da troppo tempo mi aiutò.
Gli unici ad essere contenti, emozionati, spaesati e chi più ne ha più ne metta, furono i sachergenitori, per la prima - ed unica - volta presenti dentro un'università.
105, di cui 11 punti di tesi. Il titolo non ve lo scrivo, non capireste nulla se non gli articoli e, per una volta ogni tanto, credetemi son proprio serio.

24 giugno 2007

verde pistacchio

Oggi pomeriggio ho aperto il frigo è ho visto una cosa verdolina, non mi ha ispirato molto lì per lì perché mi ha fatto pensare che fosse qualcosa andato a male. Poi ho guardato meglio. Ed ho aggiunto alla cosa verde un granella di nocciole, così... all'uopo prodotta.
Il mio palato mi ha già suggerito una variante. Ora, da infingardo scansafatiche quale sono, bisogna che mi venga la voglia, ma confido sui consigli della mia gola che sa tanto stimolarmi.

23 giugno 2007

due link in più

Novità tra i link di questo blog: grazie soprattutto al mio essere un anellide felice, ho inserito tra i blog da seguire quello de iMille. Visto che siamo agli esordi non posso che parlare delle potenzialità sulla fucina di idee politiche che potrebbe esserci lì dentro. La cosa bella che mi piace sono le idee dei trentenni e quarantenni; così, giusto per spirito di appartenenza alla stessa generazione.
Inoltre ho aggiunto anche il link a GayToday, un aggregatore di blog per parlare e riflettere di attualità e cultura dal mondo glbt. Addirittura sono stato chiamato in causa anch'io dal bravo Fireman che, ahi lui, non conoscendomi ha pensato fosse una buona idea. Il problema - loro - è se alla fine cedessi davvero all'invito :)

20 giugno 2007

del perché i fiorentini non capiscono una sega

Oggi è stata una giornata campale: due controlli di due rendiconti. Uno in ufficio la mattina; l'altro a Firenze nel primo pomeriggio.
Questa mattina i funzionari regionali sono giunti alla nostra sede con solo 1 ora e mezza di ritardo!! (avrei loro sparato). Alla fine mi è toccato fare una corsa alla stazione coi documenti per il secondo controllo per prendere il treno. Per essere a Firenze alle 14.
Riscrivo, forse non avete colto il punto essenziale: ho corso per essere a Firenze alle 14.
In questi ultimi due giorni me ne lamentavo un po': dopo oggi pomeriggio devo rivedere la mia definizione di caldo.
E pensare che per fortuna alle 16,30 ero di nuovo sul treno per il ritorno. Senza aria condizionata, va da sé.
Ora sono qui, dopo doccia, bevuta di quasi un litro di succo di pompelmo, che ho smesso di sudare ma con ancora addosso troppa stanchezza da stress termico. E, altro effetto dell'eccesso di caldo, con un'enorme voglia di piangere. Non voglio più andare a Firenze col caldo. Sob, sob.

18 giugno 2007

c'è sempre una speranza

I lettori di questo blog (chi, quando e soprattutto perché) ricorderanno benissimo che ho una collega che non ha mai inteso nessun mio segnale riguardante la mia omosessualità. Quella che insomma, neanche dirle per due volte di fila che 'no, io alle donne non faccio proprio nulla' si ammoscava qualcosa.
Stamani due altre mie colleghe, donne perfide ;-), al suo commento 'Andrea ti vedo un po' abbronzato, sei stato al mare?' le hanno subito risposto 'no, è stato a Roma'.
Al rientro dopo la pausa pranzo mi fa, con minor ingenuità che finora le riconoscevo 'cosa sei andato a fare a Roma?', 'sono andato al Pride' ho risposto cogliendo subito la palla al balzo. 'Dove scusa?', 'sono andato al Gay Pride'. Attimo di silenzio, ma proprio breve. 'Ah, ma senti... ed è stato bellino?', 'sì, molto'. 'Eh, io non ci sono mai stata ad una manifestazione del genere ma immagino che lo sia'.
Ma allora, mi domando e dico, ci faceva? Comunque sia dove in futuro non riporrò più speranze, un barlume dovrò lasciarlo. Giusto un po', il piccolo mondo sacheriano ne risentirà per il meglio.

17 giugno 2007

Roma Gay Pride 2007: una bella giornata

Il lungo percorso si può affrontare meglio se prima godiamo del giusto sostegno di un pranzo a base di cous cous alle verdure e di una sacher. Cmq il post precedente è lì apposta.
Se il corteo doveva iniziare alle ore 16 (mi viene il dubbio che magari si sia davvero mosso a quell'ora, visto il numero di persone presenti) noi ovviamente arriviamo alle 16,30. I signori si vedono da questi dettagli. Parcheggio in un posto indicibile (S. Pietro in Vincoli, ma indicibile non è tanto il nome quanto davanti a quel facoltà eravamo): questo pride inizia benissimo! mi son detto, eppure non mi son fatto coraggio nonostante l'ironia. Una lacrima furtiva mi è scesa e un timore che poi fossimo quattro gatti si è fatto largo nel mio animo straziato.
Metro da Colosseo a Piramide. A Roma da decenni hanno anticipato il connubio storia-modernità. Sei lì che ti vedi il Colosseo e l'Arco di Costantino e poi fai due rampe di scale ed entri in metro.
Ci mettiamo all'ombra e cediamo alla richiesta di Gilthas di aspettare il carro del Torino pride. Dopo mezz'ora siamo ancora lì ma va bene. Fa caldo, però rimaniamo sotto gli alberi e delle belle folate di vento ogni tanto ci rallegrano. A Piramide non mi pare ci sia moltissima gente. Però i carri che hanno già iniziato a sfilare sono molti. Alla fine arriva il nostro e ci accodiamo. Musica. Belle persone. Inizio a cambiare idea sul numero di partecipanti passato il Circo Massimo, guardando verso il Colosseo vedo molte, ma molte persone. Facciamo delle soste, che si riveleranno per i miei piedi dei toccasana.
L'incanto di un Gay Pride non è rappresentato solo da chi partecipa, ma anche da chi assiste ai lati del corteo. Poche facce perplesse, molte sorridenti. Alcuni, i soliti esagerati, addirittura entusiasti.
Buona musica nel complesso, grazie anche all'aver fatto avanti e indietro lungo il corteo per un po'.
Piazza S. Giovanni quando arriviamo è praticamente già piena. Io pensavo di essere a metà del corteo ma forse mi sbagliavo. La stanchezza piano piano prende il sopravvento. Se i piedi un po' si sono salvati non così la schiena. Ma tant'è, una sofferenza del genere la preferisco a qualsiasi altra.
Questo pride mi ha soddisfatto sotto molti punti di vista. Percorso insieme ad un gruppo di sette persone, di cui tre radiose-persone-gaie e quattro tristi-persone-etero ;-). La folla, un po' meno trasgressiva del solito, almeno così mi è parso, immensamente gioiosa.
Metto insieme questi due elementi. Perché nel nostro corteo c'è veramente spazio per tutti, venuti pure di loro iniziativa, e c'è ben poco spazio a nient'altro che a testimoniare con gioia e leggerezza, nonostante i doverosi e vari discorsi fatti dal palco, la nostra volontà a veder rispettato il nostro diritto di cittadinanza e la nostra libertà.
Tutto questo con la consapevolezza che tutti i distinguo, tutte le divisioni che ormai lacerano da tempo la vita politica di questo paese erano ieri molto lontani, troppo ormai da chi partecipava a questo corteo. Distinguo ben presenti nella stessa piazza circa un mese fa, loro sì con una mai vista rappresentanza politica a favore e al tempo stesso pieni di livore selettivo.
E' stata una giornata lunga, stancante e felice. Una buona cena, seppure il conto non sia stato proprio conveniente, un buon gelato, un'altra lunga camminata da Piazza Navona al Colosseo e soprattutto gli abbracci della Mae* hanno suggellato il tutto.
E al solito, the last but not the least, le foto.

Lay&Gay Sacher Time

...e pure Borgo ST, toh. Sennò si inizia subito coi distinguo, e non va bene.
Complice il Gay Pride 2007 eccoci in quel di Roma ospite dell'archeologo di riferimento. Vuoi non portare qualcosa? E infatti apposita sacher, eccezionalmente completata in casa altrui [un evento nell'evento!] cercherà di ricambiare l'ospitalità ricevuta. Ed è venuta pure buona. Preceduta da un ottimo cous cous alle verdure (due porzioni abbondanti, ed ero già cotto prima ancora di fare il primo passo di corteo, sigh!).
Momento sublime: la divina Mae* che assaggia la mia sacher. Non c'è paragone, una soddisfazione unica.
Un po' di foto ci stanno bene.

16 giugno 2007

SF on tour: going to Caput mundi

Se non si fosse ancora capito, il qui presente oggi sarà a Roma per un GP e per un ST. Per il significato delle due sigle arrivateci, non è difficile.

15 giugno 2007

complicità domestiche

Complice una giornata presa di ferie, mi era sorto l'insano desiderio di andare al mare stamattina. Ma il sole ha fatto capolino tra le nubi solo alle 11, e non è che prometta bene per il prosieguo.
Complice il tradimento solare, mi era venuto in mente di utilizzare ancora la 100gradi per l'ultima botta alle pulizie di primavera: le finestre. Ma devo aver avvitato male il tappo della caldaia, fatto sta che il vapore usciva da lì, e non è affatto cosa, e nel tentativo di avvitare meglio mi sa che l'ho incastrato.
Complice l'incastro del tappo, ho ripiegato sul vetril. Quando la tecnologia ti è avversa i rimedi delle nonne e delle mamme sono sempre i migliori, e così ora ho le finestre che risplendono nell'universo.
Complice le avversità tecnologiche ora sono qui col respiro affannoso grazie all'intossicazione da vapori di vetril. Cough, cough.

14 giugno 2007

sai cosa, a me... me lo glassi

[sottotitolo: aborro il burro nella glassa di una torta]
Non lasciatevi ingannare dal titolo del post, era una frase che ripeteva ossessivamente un ragazzo che conoscevo quando veniva messo in difficoltà, qui non siamo caduti nel vortice di particolari esercizi erotici (magari!!). L'oggetto del post è meglio descritto dal sottotitolo.
Recentemente anonimi blogger mi hanno inviato richieste di ricette. Si può immaginare dove siano state gettate. Alcune cose in realtà erano semplici consigli e con la magnanimità-che-mi-contraddistingue (ehm, a volte) ho volentieri risposto.
A distanza di poco tempo ci sono state delle repliche. Tra queste la seguente questione: ma quanto burro ci va nella glassa di una torta?
Ora capite che porre in modo così ingenuo una domanda del genere al sottoscritto non è cosa, ma visto che non ho il malcapitato a portata di bacchettata sulle dita, e al solito con la cortesia-che-mi-contraddistingue, do una risposta. La scrivo qui, son fiducioso che basterà.
SF aborra il burro nella glassa. La glassa grassa. La grassa glassa. Aibò! E non è certo questione di linea, non sono proprio il tipo da fare queste distinzioni, e stavolta so di essere pure ai vostri occhi credibile. SF non mette il burro nella glassa. In alcuni tipi di torte la glassa non è un di più, la glassa è parte integrante di una torta. E come tale i suoi ingredienti rientrano nell'equilibrio che dovrebbe esserci con gli altri delle restanti parti della torta (impasto, farcitura, decorazioni edibili). E anche la questione estetica non dà grandi appigli: la glassa può essere lucida senza che debba contenere burro. Però questa tecnica o si sa o ci si arrangia; detto con l'infinita dolcezza-che-mi-contraddistingue, ovvio.
Spero di essermi... capito.

12 giugno 2007

questa Terra Matta

Aiu uora finite nu libre bellisimo assaie, che conziglio ai voie tutte. La vita di Rabito Vicenzo, la maletrata e molto travagliata e molto desprezata vita di une caruse della chilasse 1899.
La crande storia dello '900 raccontata da un uommo seplice. Di 'na fozza nara tiva impressiunante.
E se questo mio scrittura non vi quaglia iè pecchè lu libre è scritto tutte a qesta manera. Nu dialette e coie errore oltograficie. Vossignuria di oricini siciliane non si spafentino.

No, non sono uscito pazzo. Semmai il libro Terra Matta è davvero da considerarsi un'opera d'arte. Perché quando un uomo ha veramente da raccontare qualcosa, non è di certo il suo semianalfabetismo che può impedirglielo. Per tutti i Vincenzo Rabito di questo mondo, anche quelli che conosciamo o abbiamo conosciuto.

09 giugno 2007

Roma Pride 07 - Parità Dignità Laicità

Questo blog sabato prossimo, 16 giugno, sarà al Roma Pride 07! Enjoy.


E visto che ci siamo, in tema di laicità almeno, ecco un altro banner che da qualche giorno ho inserito nella colonna a destra.


06 giugno 2007

generations of love

Eh già. Sono fatto così e ormai non mi ci metto più a cercare di correggermi. Mentre faccio una cosa molto facilmente vengo distratto da un'altra. Di questo mio lato più che di rassegnazione ne parlerei in termini di accettazione. Alla fine ho imparato ad dirmi che vado bene così come sono.
Dico questo in riferimento all'ultimo esempio; da qualche giorno ho iniziato la lettura di un libro che mi sta appassionando, eppure gli acquisti di ieri in libreria hanno causato l'ennesimo tilt cerebrale: quest'altro lo devo leggere assolutamente ora!
E così ieri, all'una di notte ho iniziato Generations of love, di Matteo B. Bianchi, e poco fa lo ho terminato. Ne è valsa la pena. Con una sola punta di rammarico: questo libro avrei dovuto leggerlo non ora nel 2007 ma quando uscì nel 1999. Otto anni persi, peccato.
Brevi passi, non che siano eccezionali verità rivelate, ma accidenti come si possono tradurre bene in parole certi quotidiani:


"La vita di un omosessuale è fatta di microdrammi. Una continua telenovela del dubbio: lo dico o non lo dico? Come un topografo incerto, è perennemente indeciso su quali siano i confini fra la libertà individuale e il rispetto degli altri, dove arrivi il proprio diritto a vivere come vuole e dove cominci la necessità di rispettare le persone che gli sono vicine. E quando "le persone" sono i propri genitori il topografo impazzisce. Alla fine rimane circondato in un quadratino in cui ogni passo è un rischio, con la sensazione, terrificante, che la propria felicità sia un'arma che prima o poi possa traboccare, ustionando chi gli è vicino."

"E' come se il mondo mi avesse rubato qualcosa, fin dall'inizio, e io non riuscissi a smettere di cercare. Ma forse è proprio questo a farmi sentire vivo, questa punta di inquietudine incuneata nella mia felicità quotidiana. Io sono il tarlo che mi rode."

le fasi di aNobii

Eh sì, davvero avere a che fare con siti del genere si individuano subito delle fasi evolutive. Un esempio.

aNobii 1.0 - scoperta del sito e delle sue capacità a rendere l'incauto navigatore addicted facendogli letteralmente rispolverare scaffali su scaffali per compiere l'opera di inserimento online; scoprire libri di ignara provenienza; memorie di letture che ritornano alla luce dopo decenni di tetro oblio; cose così insomma.

aNobii 2.0 - finita o quasi l'opera di cui sopra, si inizia ad avere più tempo per guardarsi intorno e farsi venire delle idee che poi, guarda te la mente umana, si desiderano anche realizzare; in questa fase si riconosco alcuni stadi.
  • aNobii 2.0.1 - curiosità sulle altre librerie che innescano, nell'ignaro neoiscritto, moti di invidia, gelosia o, al contrario, risa su quanto uno legge; o ancora rabbia dovuta a contrapposizioni culturali (cfr. la mia Storia dell'Unione Sovietica e l'apposita mail di carinerie che mi è arrivata).
  • aNobii 2.0.2 - bisogni primari di passare in libreria nonostante la stanchezza della giornata lavorativa. Andarci per dei titoli, arrivare e scordarseli completamente, girare per la libreria e uscirsene con altri 3 libri che ci si era dimenticati di inserire nella wish list. Conseguenti preoccupazioni, dovute agli effetti a medio - lungo termine dell'uso del sito, per le proprie finanze.

aNobii 3.0 - aumentare a dismisura l'interattività tra i vari iscritti, forse spinti più dai bisogni finanziari di cui sopra che dal piacere dello scambio di pareri, libri, tomi. Ma qui siamo già 3.0 che non va bene perché in fin dei conti il web, che tutti ci contiene, è solo un 2.0.

05 giugno 2007

grandi cose la mattina?

Andare in banca prima dell'ufficio è una gran cosa se, a differenza del solito orario di frequentazione - durante il rientro pomeridiano, non c'è nessuno e puoi andare direttamente alla cassa e fare tutto in 1 minuto.
Andare in banca prima dell'ufficio e pagare la rata del condominio no, non lo è.

04 giugno 2007

per non essere mai burini

Questo blog è da sempre sensibile alle questioni dialettali, vuoi per l'attaccamento al di qui vernacolo, vuoi per semplici questioni di curiosità. Certo, si preferirebbe venire acculturati su ben altri linguaggi rispetto al becero romanesco ma sembra tocchi accontentarsi.
Per cui consiglio, dopo l'ormai famoso intervento "stica, meco", che ha aperto alla blogsfera (non romana) tutta uno squarcio nel cielo nero dell'ignoranza, un altro decisivo intervento sull'uso degli articoli, indeterminativi e determinativi, del romanesco verace.
Auspichiamo una continuazione di questo progetto che sta prendendo la forma di vero e proprio fenomeno culturale, a curtura de noantri.

02 giugno 2007

aNobii

Da meno di una settimana è iniziato l'assalto, mio e di alcuni blog che linko, al sito di aNobii. Ho notato che in giro c'è molto entusiasmo ma anche scetticismo.
aNobii è considerato da alcuni come un contenitore sì da riempire ma con malcelata svogliatezza. Non è possibile trovare sempre e comunque un grande piacere nella supposta novità del periodo. Chissà quanti altri siti hanno in passato, e magari tutt'ora, proposto idee come questa. Perché proprio aNobii dovrebbe aver successo quando i suoi limiti, mi pare di sentire la voce di qualche scettic-blogger, sono evidenti? In tempi di web 2.0 non è che il sito sia ben organizzato per l'interattività tra i suoi iscritti.
Effettivamente alcune difficoltà le ho notate anch'io. Capisco l'esigenza di separare le varie edizioni di un libro ma molto spesso, non sempre se ci si sta attenti, queste vengono considerate come libri del tutto differenti. Insomma, che io di un classico possegga l'edizione del '69 mentre altri dispongono dell'edizione di quest'anno è sì importante ma vorrei anche sapere più semplicemente quali altri iscritti abbiano QUEL libro.
Quello che pensavo fosse un identificativo univoco addirittura di una precisa edizione, cioè il codice ISBN, in realtà non lo è: qualche mio libro, inserito col codice, in realtà è differente dalla versione già presente sul sito. A maggior ragione l'inserimento del titolo dovrebbe essere organizzato in modo totalmente differente da quella dell'edizione.
Eppure quel sito ha un qualcosa di irresistibile. Da cinque giorni mi sono iscritto e il numero di libri è passato da 700 a 783mila (e io ne avrò inseriti una quarantina circa). Scovare quante e quali altre edizioni di un titolo ci siano non dà solamente come risultato quanto ho accennato sopra, ma è anche entusiasmante di per sé.
Cercare di pazientare perché una community del genere si estenda mi pare del tutto naturale. E' ovvio che se attualmente ci sono solo 218 persone che segnalano varie edizioni de Il nome della Rosa nella loro libreria qualcosa non torni, che gli iscritti attualmente non siano ancora rappresentativi di nulla. Il successo di un sito del genere non può essere, secondo me, paragonato ad altre iniziative quali Flickr, Myspace. E' vero che su aNobii i libri non si leggono, al massimo c'è una recensione e un breve commento di un iscritto, ma quando mai un libro è scelto perché è stato letto prima?
E' qui che sta la forza di un'idea quale aNobii. Il pubblico di bibliofili, molto più di ogni altro, dà la carica giusta per una iniziativa del genere. Perché più che per qualsiasi altro mezzo, per il libro la recensione, o la breve frase a commento che ti cattura funziona come una calamita. Il pubblico di bibliofili è molto più addicted, ormai tocca abusarne di questo termine, di qualsiasi altro proprio perché è il suo centellinare, il suo lento sfogliare le pagine, il suo carpire sensibilità nascoste la sua spinta maggiore. E questo, badate bene, ve lo dice uno che non si considera un bibliofilo a tutto tondo ma che saltuariamente è letteralmente rapito da qualche commento, anche vostro, su un libro e che scatena una vera e propria necessità di soddisfare la curiosità insorta.
Non è importante per me se aNobii avrà o meno successo; se non lo avrà sarà qualche altro sito organizzato magari meglio, ma sarà comunque la community che lo costituirà a decretarne il successo definitivo. Roma non è stata fatta in un giorno, figuriamoci una biblioteca universale.
Se questo esperimento non andrà a buon fine poco male: avanti col prossimo progetto. Solo una cosa però: un nome migliore? ;-)

01 giugno 2007

tornare sul luogo del misfatto

Stamani ero in quel di Pisamerda per lavoro. Appuntamento alle 9 in piazza dei Cavalieri. Arrivato col mio solito mostruoso anticipo, mi è venuta l'idea di farmi un giro nei dintorni. Mica era la prima volta che ci tornavo in centro da quando mi laureai, tutt'altro, ma è stata la prima volta che ho avvertito la sensazione di tornare sui miei passi.
Io lì, tra via S. Maria, via dei Mille, Piazza dei Cavalieri, Borgo Stretto, Piazza Dante, Ponte di Mezzo, ci sono diventato grande. E il breve giro che mi sono fatto lo ho compiuto proprio con lo spirito di vedere cosa era cambiato e cosa no.
Per dire, cosa ci fa una sede di Medicina in via dei Mille, mica è quella la loro zona. Per fortuna difronte c'è ancora la Casa della Panna (dove pensate che andasse SF a prendere il caffè uscito da mensa?).
Ma al di là di targhe e insegne uguali o cambiate, stamani mi sono accorto per la prima volta da quando finii l'università che c'era un'atmosfera del tutto simile a quei giorni in cui si faceva tardi la sera con gli amici, restando a volte a dormire da qualcuno che aveva una stanza, e che la mattina dopo, tornando sul tardi e lentamente verso il dipartimento, si osservava il tutto come se fosse ovattato. Allora era la stanchezza, oggi era il magone di una velata nostalgia. Mi sono visto lì, anni fa, a passeggiare in piazza dei Cavalieri. Anche oggi tutti sembravano avere quella serafica calma di chi sa dove andare ma a cui non importa poi molto quando arrivare.
So però di non essermi scorto del tutto. Non sono passato da quella che per tanti, tanti anni è stata la mia casa. Quel palazzo d'angolo coi soffitti altissimi, tre piani in un'altezza da almeno cinque, coi suoi labirinti che imparai presto a menadito. Forse una parte di me è ancora lì. Ma andrò a ritrovarla un'altra volta, magari non da solo così potrò anche parlare ad alta voce oltre che a odorare e ad udire atmosfere andate.