17 maggio 2007

giornata contro l'omofobia

Ho cercato per tutto il giorno di arrivare alla fine di questo post. Dall'ufficio non ho avuto molte possibilità ma non credo sia stata solo una questione di tempo. Quello che scrivevo lo trovavo troppo delirante e confuso, anche per i miei standard.
Poco fa sono tornato a casa e ho dato un'occhiata in giro.
Troppo belli i post pubblicati oggi. Basta andare a controllare chi linko per rendersene conto. A quel punto non potevo più rivedere qualcosa di quello già scritto ma ho buttato via tutto.
Quindi, mi sono detto, se voglio fare un post su questa giornata ne cambio totalmente il taglio.

Omofobia
significa avversione [profonda antipatia, odio, ripugnanza] ossessiva per gli omosessuali e l'omosessualità.
Molte persone omosessuali ne hanno sperimentato sulla propria pelle la traduzione pratica. Chi in forme meno gravi, chi occasionalmente, ma anche chi no, purtroppo.
Tra le forme di omofobia che considero peggiori ci sono le reiterate derisioni pubbliche fatte dal classico branco di coetanei conoscenti. Sono situazioni nelle quali all'oggetto -non soggetto- dello scherno non viene concesso neanche un attimo di tregua; situazioni a volte interrotte casualmente per semplice noia o, per motivi del tutto simili, condotte avanti per molto tempo per vedere fino a che punto si può arrivare. Senza un filo conduttore prestabilito eppure con delle fini sempre molto simili tra loro.
Situazioni in cui il tuo senso di normalità si cerca di sostituirlo forzatamente con sensi di colpa, insicurezze, e ledendo il più possibile qualsivoglia concetto di dignità. Perché un oggetto non né ha né può ambire ad averne, sia di dignità sia di normalità del proprio esistere.

Non mi fa piacere vedere come questa giornata sia ignorata in Italia mentre nel resto d'Europa viene considerata molto di più. Stare sempre a sperare stando al davanzale della finestra per vedere oltreconfine alla lunga fa correre il rischio di considerare la visione come un sogno che non ci appartiene ma che è solo degli altri e che fa tornare in casa, chiudendo la finestra, nel proprio buio.

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