16 dicembre 2006

eutanasia di una passione?

La visione che ho del mio piccolo mondo, quello che vivo quotidianamente, coi miei ritmi lenti e i silenzi casalinghi, subisce continui richiami alla realtà perché stimolata da eventi quasi insignificanti quando arrivano, ma che riescono saltuariamente a farmi tornare indietro, quasi stessi sfogliando un album di foto e d'improvviso mi accorgo di aver scorto un particolare che desidero rivedere subito e torno indietro.
Questo effetto me lo hanno dato le dichiarazioni di Fassino sull'eutanasia e l'adozione alle coppie omosessuali. Lì per lì non ci ho fatto molto caso. Ho pensato che i titoli erano meritevoli di approfondimenti ma son dovuto arrivare a stasera per riprendere quanto da lui detto.
Le cosiddette convinzioni personali del segretario DS arrivano in pieno dibattito sull'eutanasia e del tutto fuori tempo sulle adozioni. Era ed è di Pacs che si sta discutendo, non di adozioni.
Quello che capisco, sempre col mio particolare, diverso forse?, modo di intendere le cose, è che però Fassino è entrato da tempo in un campo che non è suo. Ci sono molti politici più papisti del papa, lui è solo l'ultimo. Pecca di originalità, sia per le affermazioni sia per le argomentazioni a sostegno. Quasi che fosse una gara a dire certe cose, pure con termini che colpiscono per l'arcaica maniera di esprimersi, "la società non è in grado di accogliere l'adozione" su tutte.
Tentare di condizionare la nascita del partito democratico è del tutto naturale; spostare però l'ago verso il centro quando un suo elettore si aspetterebbe che lo tenga diretto verso sinistra lo intendo solo come un mero calcolo.
Sono stanco di essere calcolato e basta, senza niente in cambio. Sono egoista, lo so; ma essere quello considerato sacrificabile non fa piacere. E non esprimo sorpresa scrivendolo. Eppure, mi ripeto da un po', stavolta non posso far finta che certe parole se le porterà via il vento.

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