11 aprile 2006

weekend casualmente elettorali

Domenica sera, verso l'ora di cena, me ne stavo rannicchiato sul sedile al finestrino, sul treno che mi riportava a casa. Qualcuno dietro di me aveva un i-pod credo e, nonostante le cuffie, sentivo che andava Sometime you can't make it on your own. È stato lì che mi sono compreso un po' di più. Che forse non ero così stronzo come mi pareva di esserlo stato qualche ora prima.
Una conoscenza casuale, qualche settimana fa. Una simpatia nata spontaneamente. Dei contatti dapprima sporadici poi quotidiani. Un corteggiamento di fatto accettato. Un'occasione per restare di nuovo insieme dopo un periodo di impegni reciproci. Un saluto. Il primo bacio appassionato, forse troppo. Ed è stato in quell'attimo che ho capito che no, non era quello che volevo. E allora a cercare di darmi delle risposte; del perché ho mostrato interesse; del perché non ho aspettato un altro po' per crederci sul serio; del perché avevo capito benissimo che aveva voglia di baciarmi e anche allora non mi sono tirato indietro; e di come e cosa avrei potuto dirgli di quello che provavo o, meglio, di quello che non provavo. Un po' di tempo, tutto qui, mi serve sempre un po' di tempo. E allora andiamo a mangiare che poi riuscirò a dire qualcosa.
Discorso a tratti confuso, a tratti duro perché non posso essere chiaro né alleggerire le mie parole. Ma neanche dopo aver parlato non mi sono sentito alleggerito, anzi. Al momento dei saluti ho avvertito una gentilezza fredda sua e mia che non doveva esserci, non così esagerata. Forse è meglio così, almeno le cose sono chiare anche se spiacevoli. Il senso di dispiacere non è mai un granché. Sentirsi come uno che possa anche solo apparire come uno stronzo che prende in giro gli altri no, non rientrava nelle mie più deludenti aspettative. Chissà, a parole non è stato rinfacciato niente e questo, per assurdo, peggiora lo stato d'animo perché comprendi che chi ti sta di fronte ha delle qualità che però non mi sono bastate.
Sul treno verso casa però mi sono rasserenato, nonostante le ore di viaggio, la partenza la mattina presto, la stanchezza. Sì, la melodia malinconica di SYCMIOYO mi ha suggerito che in fin dei conti un'esperienza del genere non è del tutto negativa. Non mi sono voluto fermare a chi è stato gentile e carino con me ma che non mi è entrato nella pelle. Non ci sono colpe da assegnare, io sono qui e voglio sorridere ancora.

3 commenti:

Red Mosquito ha detto...

> Non ci sono colpe da assegnare, io sono qui e voglio >sorridere ancora

Beh, credo che basti.

Anonimo ha detto...

Forza e guarda avanti, poi quacosa avverrà

Anonimo ha detto...

secondo me sei solo stato onesto...hai fatto un ragionamento banale ma fondamentale. non basta che sia l'altro a volerlo, non basta uno ed è assolutamente
innecessario che lui ti voglia tanto bene se non lo vuoi tu per essere una coppia

kzissou